Giovanni Maria Lancisi: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseNascita = 26 ottobre
|AnnoNascita = 1654
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 20 gennaio
|AnnoMorte = 1720
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== Biografia ==
=== Primi anni e studi ===
Nacque a [[Roma]] il 26 ottobre 1654 da una ricca famiglia della borghesia romana. Il padre, Bartolomeo Lancisi, era un nativo di Borgo di San Sepolcro; la madre, Anna Maria Borgianni, romana, morì nel darlo alla luce, così fu cresciuto ad [[Orvieto]] da una zia, suora <ref> W. F. Bynum, Helen Bynum (Ets), ''Dictionary of Medical Biography'', Greenwood Press - Westport, Connecticut, London, vol. 3 (H-L), p. 766 </ref>.
 
RitornatoRitornò a Roma all'età di dodici anni a Roma dopo la morte della zia,. alAl termine delle scuole intraprese gli studi di filosofia e teologia presso il [[Collegio Romano]] dei Gesuiti <ref> Roy Porter (a cura di) (The Wellcome Institute for the History of Medicine, London), ''Dizionario biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali (Liber Amicorum)'', Franco Maria Ricci, vol. 3 (L-P), p. 13 </ref>, ma ben presto si rese presto conto del proprio interesse verso la storia naturale e la medicina.
 
Intraprese quindi gli studi di medicina presso l’[[Università della Sapienza]], acquistando in beve tempo fama ed onori.
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=== Processo per ateismo ===
Nell'estate del 1690, mentre altri intellettuali romani venivano imprigionati e processati, Giovanni Maria Lancisi venne accusato dal Sant'Uffizio di blasfemia e di aver espresso proposizioni empie ed ereticali; il medico ammise di aver pronunciato tali proposizioni contro la religione, la Chiesa Cattolica e i suoi ministri e ammise di aver affermato che l'anima umana era mortale.
 
Nonostante la gravità delle accuse e le ammissioni di colpa il Lancisi non venne condannato. I cardinali della Congregazione del Sant'Uffizio decisero per un supersedeat, cioè di non proseguire il processo, forse per proteggere un alto prelato (Angelo della Noce, ex abate di Monte Cassino ed ex arcivescovo di Rossano) che aveva espresso al Lancisi alcuni dubbi sull'immortalità dell'anima e sull'esistenza dell'inferno e del purgatorio.
 
=== Presso la corte papale ===
Dopo qualche anno di lontananza dalla curia nel 1699 il medico fu chiamato per un consulto sullo stato di salute di Innocenzo XII, che morì l’anno seguente. Il Collegio dei Cardinali chiese gli chiese quindi di diventare Medico del Conclave <ref> W. F. Bynum, Helen Bynum (Ets), ''Dictionary of Medical Biography'', Greenwood Press - Westport, Connecticut, London, vol. 3 (H-L), p. 767 </ref>.
Anche il successore di Innocenzo XII, [[Clemente XI]], confermò Lancisi nella sua posizione. Egli rimase con il papa fino alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1720: divenne cosìquindi membro laico della [[corte pontificia|famiglia pontificia]] e poté proseguire la sua carriera.
 
Lancisi fu membro di numerose accademie, incluse l’[[Accademia dei Fisiocritici]] di Siena, l’Accademia delle Scienze a Bologna, l’Accademia Tedesca Naturae Curiosorum ( [[Accademia Cesarea Leopoldina]] ) e il Royal College of Physicians a Londra <ref> W. F. Bynum, Helen Bynum (Ets), ''Dictionary of Medical Biography'', Greenwood Press - Westport, Connecticut, London, vol. 3 (H-L), p. 767 </ref>.
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Anatomista, fisiologo, botanico, si dedicò anche alla letteratura e all'antiquaria.
 
In campo anatomico il suo nome è legato alla descrizione delle strie longitudinali mediali del [[corpo calloso]], i “nervi di Lancisi”, al “segno di Lancisi”, un particolare tipo di pulsazione nel polso giugulare, presente in casi di attacco cardiaco, e alla edizione delle ''Tabulae anatomicae'' di [[Bartolomeo Eustachio]]([[1714]]), che convinse [[Clemente XI]] a comprare. Pubblicò anche la ''Metallotheca'' di [[Michele Mercati]] ([[1717]]), alla quale si erano interessati anche [[Carlo Dati]] ed Ottavio Falconieri.
 
Tra le opere di medicina di Lancisi si ricordano il ''De subitaneis mortibus'' ([[1707]]), la ''Dissertatio de recta medicorum studiorum ratione instituenda'' ([[1715]]), e il postumo ''De motu cordis et aneurysmatibus'' ([[1728]]), con il quale contribuì allo sviluppo della fisiopatologia cardiocircolatoria, distinguendo l'ipertrofia dalla dilatazione del cuore e studiando l'origine degli aneurismi.
 
Affermò poi la possibilità della trasmissione della malaria per mezzo delle zanzare, incoraggiando la bonifica delle paludi nell'Agro Pontino. Mentre molti sostenevano ancora le ragioni dell'antico umoralismo, nel ''De bovilla peste'' (1712) e nel successivo ''De noxiis paludum effluviis eorumque remediis'' (1717) egli affermò infatti che la malaria fosse una ''vera pestem'', e che la sua origine fosse un'infezione trasmessa attraverso il contagio <ref> W. F. Bynum, Helen Bynum (Ets), ''Dictionary of Medical Biography'', Greenwood Press - Westport, Connecticut, London, vol. 3 (H-L), p. 767 </ref>. Fece due ipotesi: la prima prevedeva che gli insetti depositassero organismi microscopici in cibi o bevande lasciati scoperti, e che ci si ammalasse consumando tali alimenti; la seconda invece prevedeva che gli insetti iniettassero direttamente nelle ferite la loro saliva piena di un ''venifico liquido'' <ref> W. F. Bynum, Helen Bynum (Ets), ''Dictionary of Medical Biography'', Greenwood Press - Westport, Connecticut, London, vol. 3 (H-L), p. 768 </ref>.
 
Nonostante ciò rimase aperto il dibattito sul processo di contagio tra coloro che sostenevano fosse causato da microrganismi e coloro che invece sostenevano che le malattie infettive fossero dovute a miasmi ed esalazioni di particelle acide e corrosive. Il contrasto, destinato a segnare tutta la storia della medicina moderna, si ripropose a proposito del problema dell'eziologia acarica della scabbia propugnata da [[Giovanni Cosimo Bonomo]] e [[Diacinto Cestoni]]. In questo caso Lancisi sostenne le ragioni dell'antico umoralismo. Il contrasto provocò una vivace controversia tra Lancisi e Bonomo, dietro la quale si stagliava, con molta chiarezza, la figura di Redi. Il medico romano fu probabilmente coinvolto anche nella vicenda della diffusione della notizia di una presunta ritrattazione del medico aretino, che avrebbe riguardato sia il principio della generazione parentale sia, nel caso specifico, la generazione degli insetti delle galle.
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Collocata nel Palazzo del Commendatore nel Complesso Monumentale di Santo Spirito in Saxia, conteneva libri e strumenti scientifici e medico-chirurgici. Secondo le intenzioni di Lancisi, qui doveva essere possibile consultare testi, svolgere attività sperimentali, discutere argomenti di medicina e di scienza in pubbliche accademie.
 
Oggi la biblioteca conserva circa 18.000 volumi a stampa, di cui circa 60 incunaboli, 2000 cinquecentine, numerosi volumi del ‘600 e ‘700, oltre a 374 manoscritti. CiSono sono lepresenti grammatiche, i lessici e i dizionari, i testi degli oratori e dei poeti greci e latini; gli storici e gli scrittori di politica, i filosofi greci e i loro interpreti; i matematici; i filosofi sperimentali; i testi di storia naturale, di chimica, di farmacia, di anatomia e di chirurgia; i testi di medicina legale; i testi sacri; latesti di storia ecclesiastica e ladi teologia.
 
Dal 2003 è chiusa al pubblico per lavori di restauro.
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• La terza sezione presenta le descrizioni a stampa dei codici e quelle contenute negli antichi inventari manoscritti;
 
• Nella quarta sezione ci sono presenti le immagini che riproducono in tutto o in parte le pagine dei manoscritti:
 
• La quinta sezione si basa su un sottosistema informativo molto simile ad un forum dove è possibile pubblicare i manoscritti della biblioteca stessa o scambiare informazioni, formulare progetti e dibattere problemi di comune interesse.