Accordo commerciale anticontraffazione: differenze tra le versioni

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Le trattative tra le varie nazioni, le varie stesure del documento e gli elementi fondanti dell'accordo, sono sempre rimaste segrete all'opinione pubblica, con occasionali fughe di notizie che hanno più volte destato perplessità e preoccupazione<ref>{{cita news|autore=Mauro Vecchio|url=http://punto-informatico.it/2823635/PI/News/acta-geopolitica-del-copyright.aspx|titolo=ACTA, la geopolitica del copyright|pubblicazione=[[Punto Informatico]]|giorno=02|mese=03|anno=2010|accesso=03-04-2010}}</ref>, poiché l'accordo avrebbe enorme influenza sulle dinamiche raltive della fruizione di contenuti protetti<ref>{{cita news|autore=Mauro Vecchio|url=http://punto-informatico.it/2821272/PI/News/acta-chi-vuole-trasparenza.aspx|titolo=ACTA, chi vuole trasparenza?|pubblicazione=[[Punto Informatico]]|giorno=26|mese=02|anno=2010|accesso=03-04-2010}}</ref>.
 
Nel corso del [[2009]] trapelano alcune pagine importanti delle prime versioni negoziate di ACTA. Da queste, inizialmente, si evince che ACTA rappresenta un astuto piano per consegnare, scavalcando i parlamenti nazionali dei paesi sottoscrittori, il controllo strategico dei contenuti in Internet all'industria del cinema e della musica. In ACTA vengono anche imposte pene carcerarie “sufficientemente elevate da rappresentare valido deterrente” per le violazioni del copyright anche prive di scopo di lucro. Si apprende inoltre, nel corso dell'anno grazie a ulteriori documenti trapelati, che ACTA è finalizzata ad imporre un controllo forzato sui fornitori di accesso Internet da parte dell'industria del [[copyright]], tramite collaborazioni obbligatorie, responsabilità penale in caso di rifiuto, obbligo di intercettazione delle comunicazioni elettroniche senza mandato di un magistrato.<ref>http://blog.tntvillage.scambioetico.org/?page_id=5115</ref>
 
Si apprende che l'Unione Europea partecipa ai negoziati ACTA tramite un mandato dato dal Consiglio alla Commissione (Direttorato Generale Commercio), mentre il Consiglio dei Ministri negozia direttamente le parti che prevedono sanzioni penali e carcerazione. Nessuna informazione viene fornita al [[Parlamento Europeo]] o ai parlamenti nazionali, né dal Consiglio, né dalla Commissione, né dai governi dei Paesi Membri, ma si ammette ufficialmente l'esistenza reale di ACTA e si rendono note le date e i luoghi in cui si svolgeranno i successivi negoziati.
 
Intanto, negli USA, sempre in prima persona, il presidente [[Obama]] pone ACTA sotto segreto per motivi di sicurezza nazionale. Per la prima volta nella storia la protezione delle industrie del cinema e della musica diventa, per gli [[Stati Uniti]], un argomento di sicurezza nazionale.<ref>http://www.wired.com/threatlevel/2009/03/obama-declares/</ref>
 
2010 Fra la fine del 2009 e gli inizi del 2010 il Parlamento Europeo produce 4 interrogazioni orali e 2 interrogazioni scritte alla Commissione per il rilascio dei documenti concernenti ACTA. Infatti, in violazione del TFEU, il Parlamento non è ancora stato pienamente informato né dei negoziati né dei contenuti di ACTA.
Per tutto il 2009 e fino al 24 aprile 2010, data del primo rilascio ufficiale di documenti ACTA, gli europarlamentari saranno costretti a prendere visione dell'accordo tramite i documenti trapelati messi a loro disposizione dalla Opennet Coalition e/o da [[WikiLeaks]].
 
Nel marzo [[2010]] il [[Parlamento Europeo]], con 633 voti favorevoli, 13 contrari e 16 astensioni, ha formalmente richiesto trasparenza sulle trattative<ref>{{cita news|autore=Giacomo Dotta|url=http://business.webnews.it/news/leggi/12570/lue-chiede-trasparenza-sullacta/|titolo=L'UE chiede trasparenza sull'ACTA|pubblicazione=WebNews|giorno=11|mese=03|anno=2010|accesso=03-04-2010}}</ref>.
 
In un articolo del 1 maggio 2011, il quotidiano [[La Repubblica]], ricostruisce il filo rosso che lega le molte iniziative lobbistiche che puntano a irrigidire i controlli dei contenuti creativi in rete.<ref>http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/05/01/news/sarkozy_g8_internet-15493094/?ref=HREC1-9</ref>
 
All'inizio del 2012 [[Avaaz.org]] si interessa alla ACTA spiegando la necessità di fare luce sulle scelte e le dinamiche che porterebbero la ACTA a censurare internet e a usufruire dei dati personali di ciascuno di noi per scopo commerciale o altro.