Trittico dell'Umanità: differenze tra le versioni

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'''Il ''Trittico della Misericordia'' del Correggio nelle fonti documentarie''' <ref>si veda il saggio di Gianluca Nicolini, ''Il Trittico della Misericordia. Storia di un opera perduta del Correggio'', in ''Correggio. Il Trittico di Santa Maria della Misericordia in Correggio'', Silvana Editoriale, 2011 </ref>.
 
Del considerevole corpus di opere di Antonio Allegri detto il [[Correggio (pittore)|Correggio]] (Correggio 1489 c. – 5 marzo 1534) che un tempo adornavano gli altari della chiesa di Santa Maria della Misericordia in [[Correggio (Italia)|Correggio]], certamente, il Trittico rappresentò la più ragguardevole. Realizzato intorno al 1523-1524 per l’altare maggiore della chiesa, allo scopo di costituire un’ampia struttura, in grado di inglobare e riqualificare l’antica statua in terracotta della Madonna con Bambino, si componeva di tre dipinti: una tela sommitale raffigurante un Cristo-Dio in gloria o Creatore, e due laterali con le figure di San Giovanni Battista e San Bartolomeo apostolo. Benché non sia provata una diretta adesione del Correggio alla confraternita della Misericordia, mentre altri membri della famiglia Allegri compaiono fra i beneficiari dei suffragi della confraternita di San Sebastiano, è indubbio il legame che unì il Correggio alla chiesa di Santa Maria che, grazie ad una serie di fortuite coincidenze, fu il tempio correggese ad ospitare il maggior numero di sue opere.
A causa della dispersione di gran parte dell’archivio confraternale di Santa Maria della Misericordia inerente alla prima metà del Cinquecento, ad oggi le notizie circa i primi decenni di permanenza del Trittico all’interno della chiesa sono scarse. Sappiamo che nel 1573 la contessa Claudia Rangone, moglie di Giberto XI da Correggio, donò all’altare della Madonna della Misericordia preziosi ornamenti di cuoio lavorato, mentre nell’inventario dei beni della confraternita redatto nell’ottobre del 1598 si legge che la chiesa era in possesso di molte suppellettili tra le quali “''quadri cioè pitture di Nostro Signore della Madonna in tutto compresa una di rilievo n° 5''”. Il riferimento alla statua della ''Madonna della Misericordia'' è palese, mentre più generico è quello al Trittico; infatti, se si esclude la tela apicale raffigurante il Creatore, non viene fatta specifica menzione dei soggetti degl’altri quadri, in particolare dei due laterali con i santi Bartolomeo apostolo e Giovanni Battista, oltre ad altre suppellettili presenti.
Per fronteggiare le crescenti incombenze economiche generate dalla gestione dell’ospitale della Misericordia, nell’autunno del 1612 i confratelli desiderosi di assecondare le aspirazioni di don Giovanni Siro da Correggio d’Austria (Correggio 1590 – Mantova 1645), conte poi principe di Correggio, decisero di vendere le tele componenti il Trittico. La trattativa ebbe inizio il 18 dicembre del 1612 con il pittore Jacopo Borbone di Novellara convocato in veste di perito estimatore delle tre tele del Correggio, ma a causa della netta opposizione alla cessione dei dipinti esercitata del vescovo di Reggio, monsignor Claudio Rangone, fu necessario attendere l’intervento della Santa Sede.