Stato di natura: differenze tra le versioni
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Rousseau vedeva una divaricazione sostanziale tra la [[società (sociologia)|società]] e la [[natura umana]]. Rousseau affermava che l'uomo fosse, in natura, buono, un "[[buon selvaggio]]", e venisse corrotto in seguito dalla società; vedeva questa come un prodotto artificiale nocivo per il benessere degli individui.
Nel ''[[Discorso sull'ineguaglianza]]'', illustrò il progresso e la degenerazione dell'umanità da un primitivo stato di natura sino alla società moderna. Rousseau suggeriva che gli uomini primordiali fossero individui isolati, diversi dagli altri animali unicamente per il possesso del [[libero arbitrio]] e per la capacità di perfezionarsi. Questi uomini primitivi erano dominati dall'impulso di autoconservazione ("amore di sé") e da una disposizione naturale alla compassione e alla pietà verso i simili. Quando l'umanità fu costretta a vivere in comunità, a causa della crescita della popolazione, subì una trasformazione psicologica, in seguito alla quale cominciò a considerare la buona opinione degli altri come un valore indispensabile per il proprio benessere. Rousseau associava questa nuova forma di consapevolezza a un'[[età dell'oro]] della prosperità umana. Tuttavia, lo sviluppo dell'[[agricoltura]] e della [[metallurgia]], e la conseguente creazione della [[proprietà privata]] e della [[divisione del lavoro]], portarono a una crescente dipendenza reciproca degli individui e alla
==Voci correlate==
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