Contea di Paternò: differenze tra le versioni

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Nel [[1072]] la città fu elevata a [[Contea]] su iniziativa dello stesso Ruggero<ref>Cfr. M. Amari, ''Storia dei Musulmani di Sicilia'' vol. 3, Le Monnier, 1868, p. 312</ref>, il quale attribuitosi il titolo di «Gran Conte», diede il feudo in dote al genero [[Ugo di Jersey]], che fu quindi primo conte di Paternò. Nello stesso anno, sulla collina di origine vulcanica, fu edificato il [[Castello Normanno (Paternò)|Castello Normanno]], come fortezza per attaccare [[Catania]], ancora sotto il dominio dei [[Saraceni]]. Inoltre, la città venne pure fortificata con la costruzione di [[Porte di Paternò|nove porte]] per assicurarne la difesa da eventuali attacchi nemici.
 
Nel [[1091]] il Gran Conte Ruggero assegnò la città alla [[Diocesi di Catania]],: il chenormanno favorì la costruzione di edifici di culto cristiani, come la [[chiesa di Santa Maria dell'Alto]] e, la [[chiesa di Santa Maria della Valle di Josaphat]] e la [[Complesso di San Francesco alla Collina|chiesa di San Giorgio cavaliere]].
 
Verso il [[1092]] la Contea passò sotto il governo dell'aleramico [[Enrico del Vasto]], genero e cognato del conte normanno. Sotto il governo dei Del Vasto la città conobbe un nuovo periodo di sviluppo civico, urbanistico, economico e demografico, quest'ultimo con la massiccia immigrazione di coloni settentrionali detti [[Lombardi di Sicilia|«lombardi»]] provenienti dal [[Monferrato]] e dalla [[Liguria]]<ref>{{de}} Cfr. M. Pfister, ''Galloromanische Sprachkolonien in Italien und Nordspanien'', Akademie der Wissenschaften und der Literatur, 1988, pp. 13-14</ref>, per favorire un ulteriore aumento della componente etnica di religione cristiana nella città.