Contea di Paternò: differenze tra le versioni

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Verso il [[1092]] la Contea passò sotto il governo dell'aleramico [[Enrico del Vasto]], genero e cognato del conte normanno. Sotto il governo dei Del Vasto la città conobbe un nuovo periodo di sviluppo civico, urbanistico, economico e demografico, quest'ultimo con la massiccia immigrazione di coloni settentrionali detti [[Lombardi di Sicilia|«lombardi»]] provenienti dal [[Monferrato]] e dalla [[Liguria]]<ref>{{de}} Cfr. M. Pfister, ''Galloromanische Sprachkolonien in Italien und Nordspanien'', Akademie der Wissenschaften und der Literatur, 1988, pp. 13-14</ref>, per favorire un ulteriore aumento della componente etnica di religione cristiana nella città.
 
Di per sè comunque, Paternò in epoca araba, fu una delle città meno [[islam|islamizzate]] di Sicilia, e la sua popolazione fu in prevalenza composta da gente di [[religione cristiana]] di fede [[cattolica]] ed [[ortodossa]], che certamente per la loro affinità religiosa con i Normanni e desiderosi di liberarsi dall'oppressione islamica, ne agevolarono l'ingresso.
 
Secondo recenti scavi archeologici, la città era divisa in determinati "quartieri etnici": i [[bizantini]] erano stanziati all'estremità della parte meridionale del colle, i lombardi nella parte sud-occidentale, gli [[ebrei]] in un'area denominata ''Piano Belvedere'', corrispondente alla zona compresa fra l'antica chiesa di San Francesco e il cimitero (fino alla avvenuta espulsione del [[1492]]), gli indigeni nella zona compresa tra il castello e la Gancia, ed invece i pochi [[musulmani]] rimasti erano concentrati nella parte orientale del colle attorno alla loro [[moschea]]<ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò. La storia e la civiltà artistica'', 2009|pp. 21-22}}</ref>.