Errare humanum est, perseverare autem diabolicum: differenze tra le versioni

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Quello che più si avvicina risale a [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] (''[[Filippiche (Cicerone)|Filippiche]]'' XII. 5): ''Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare'' ("è cosa comune l’errare; è solo dell’ignorante perseverare nell'errore"). Più sfumato [[Tito Livio|Livio]] (Storie, VIII, 35): ''Venia dignus est humanus error'' ("ogni errore umano merita perdono").
 
L'attribuzione che da più parti viene fatta<ref>Ad esempio: http://books.google.it/books?id=HW4b2ZIC3xkC&pg=PA326&dq=%22errare+humanum+est,+perseverare+autem+diabolicum%22&hl=it&ei=ufu8S-OuAo_0_Abe1pDMBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CDAQ6AEwAQ#v=onepage&q=%22errare%20humanum%20est%2C%20perseverare%20autem%20diabolicum%22&f=false.</ref> di una frase simile a [[Lucio Anneo Seneca il vecchio|Seneca il vecchio]] ([[55 a.C.]] ca. - [[40 d.C.]]) sembra basata su un'errata [[lezione]] del testo ("Humanum est errare" invece di "per humanos errores")<ref name=autogenerato1>http://books.google.it/books?id=JqDXq3voR_gC&pg=PA512&dq=%2B%22errare+humanum%22+%2Bseneca&hl=it&ei=C7LJTPr4HY7rOeHDnKgB&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDEQ6AEwAg#v=onepage&q=%2B%22errare%20humanum%22%20%2Bseneca&f=false</ref>.
 
La prima fonte cristiana che contenga una frase analoga è [[San Gerolamo]] ("errasse humanum est", ''Epist.'' 57.12)<ref>http://books.google.it/books?id name=JqDXq3voR_gC&pg=PA512&dq=%2B%22errare+humanum%22+%2Bseneca&hl=it&ei=C7LJTPr4HY7rOeHDnKgB&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDEQ6AEwAg#v=onepage&q=%2B%22errare%20humanum%22%20%2Bseneca&f=false<autogenerato1 /ref>. In seguito, [[Agostino d'Ippona|sant'Agostino d'Ippona]] nei suoi ''Sermones'' (164, 14) afferma: ''Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere''<ref>[http://www.augustinus.it/latino/discorsi/discorso_213_testo.htm Augustinus Hipponensis - Sermo 164<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ("cadere nell'errore è stato proprio dell'uomo, ma è diabolico insistere nell'errore per superbia").
 
Il significato è chiaro: l'errare è parte della natura umana. Questo, però, non può essere un'attenuante per reiterare uno sbaglio, quanto piuttosto un mezzo per imparare dall'esperienza.