I racconti di Kolyma: differenze tra le versioni

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{{quote|''Chiama, chiama la sorda tenebra''<br>
''e la tenebra verrà''|V. Šalamov, in ''Ricordi'' di I. Sirotinskaja }}
In ''Ricordi'', la vera introduzione all'opera, Irina descrive Šalamov nei lunghi anni di incontri e conversazioni tra loro: un uomo eccezionale, che del mondo percepiva "i legami segreti fra cose e fenomeni" (p.XV), e che al tempo stesso provava tenerezza per ogni minimo gesto degli altri: si era legato perfino ai bimbifigli ancora piccoli di Irina (che ella spesso portava agli incontri con lui), conservando i disegni che gli avevano donato durante le visite, o componendo brevi liriche su di loro.
 
Già al primo incontro, S. rivela a Irina il suo "undicesimo comandamento": non insegnare. "Non insegnare a vivere agli altri". Ognuno ha il suo modo di vivere la verità: "...la tua verità può essere inadatta a un altro, proprio perché è la tua, non la sua verità" (p.XVII). Ma già era per lei un insegnamento anche il suo semplice narrare dell'amatissima gatta Mucha, che poi era scomparsa e che Varlam aveva incominciato a cercare per la città come una figlia, e di quando poi l'aveva fatta dissotterrare dal cimitero dei randagi solo per darle l'ultimo addio, perché si erano tanto amati (p.XVIII).
 
I suoi racconti sono ''gridati fino in fondo'', e nonostante la pena del ricordo egli li rivede ogni volta davanti agli occhi, mentre li narra verbalmente a Irina. Ma anche quando le recita versi legati al suo presente precario, si sente sempre il richiamo al passato, come in ''Le onde dello Stige'': ''"...un giorno morirò. / Qualcuno mi stringerà il cuore in una morsa / lo immergerà nel fuoco, nella brace"'' (p.XXIV).<br>
Non ama l'inverno, lo hanno sempre arrestato in inverno. E non lo ama soprattutto negli ultimi anni, all'istituto per invalidi, quando ormai riconosce Irina solo toccandole la mano, e a cui detta la sua ultima poesia a lei dedicata, ''"...purché non mi dimentichi, / purché conservi il comune segreto, / nei nostri giorni, come sopra un ceppo / non per caso è cifrato"'' (p.XXXVI).