Jacques-François Blondel: differenze tra le versioni

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Fu soprattutto un teorico dell'architettura di notevole influenza, mentre poco rimane della sua scarsa attività progettuale.
Dopo avere diretto a [[Parigi]] dal [[1743]] una propria scuola di architettura, divenne professore all’[[Académie royale d'architecture]] nel [[1762]].<ref> N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', Torino, Einaudi, 1981, voce ''Blondel''.</ref> Nel [[1771]] pubblicò il suo [[Cours d'architecture]], che comprendeva i corsi universitari da lui tenuti e dove tracciò la [[summa]] del suo insegnamento, costituendo l'ultima codificazione delle norme architettoniche che dal [[Rinascimento]] in poi avevano avuto un valore universale<ref> [[Emil Kaufmann]], ''Da Ledoux a Le Corbusier'', Milano, Mazzotta, 1973, p. 27</ref>.
Blondel avvertì il mutamento profondo avvenuto dopo la metà del '700, tuttavia non fu in grado di spiegarsi il fenomeno; gli è sfuggita la via completamente nuova intrapresa dal suo discepolo [[Claude Nicolas Ledoux]]<ref> E. Kaufmann, cit., pp. 29-30</ref>..
 
Con la sua esaltazione del classicismo francese di Mansart e Perrault, in opposizione al barocco, contribuì ad aprire la strada al [[neoclassicismo]].