Michele Biancale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 17:
}}
==Biografia==
Laureatosi giovanissimo in lettere con una tesi su [[La Tragedia Italiana del '500]], si specializzò in [[Storia dell’Arte]] a [[Londra]] e [[Parigi]]. Tornato in Italia iniziò la sua attività giornalistica di critico militante, redattore per la critica d’arte figurativa de [[Il Tempo]], [[Il Giornale di Roma]], [[Il Popolo di Roma]], [[Il Messaggero]], [[Il Momento]] e [[Momento Sera]] di cui fu critico d’arte. Collabora inoltre alle più prestigiose riviste italiane: [[Civiltà]], [[La Fiera Letteraria]], [[Le Fonti]], [[L'Illustrazione italiana]], [[Le Lettere]], [[Nuova Antologia]], [[Rassegna dell’Illustrazione artistica]], [[La Tribuna illustrata]], [[Vita artistica]].
Laureatosi in lettere a Roma, nel [[1901]], con una tesi su ''La Tragedia Italiana del 500'', dopo una breve parentesi come insegnante nei licei, inizia presto a operare nel campo della critica d’arte.
 
Seguendo uno schema tipico della figura del critico durante il [[XX secolo]], lega il suo nome all’attività pubblicistica svolta a partire dalle colonne del quotidiano del quale, di volta in volta, cura la rubrica d’arte. Si impegna nel contempo in un’incessante attività di organizzatore culturale, firmando numerosi cataloghi di mostre d’arte contemporanea presso gallerie pubbliche e private.
 
Negli stessi anni si dedicò all’insegnamento di storia e filosofia nei licei, in particolare presso il [[Regio Liceo “Ennio Quirino Visconti”]] di [[Roma]].
Ottiene la cattedra di ''[[Storia dell'arte|Storia dell’Arte Contemporanea]]'' presso l’[[Università di Roma]] che seguirà con estrema dedizione, pur senza trascurare la sua fervente attività pubblicistica in qualità di [[giornalista]] professionista.
 
Ottiene la cattedra di ''[[Storia dell'arte|Storia dell’Arte Contemporanea]]'' presso l’[[Università di Roma]] che seguirà con estrema dedizione, pur senza trascurare la sua fervente attività pubblicistica in qualità di [[giornalista]] professionista.
Non tralascia di cimentarsi con lavori di grande respiro di sistemazione [[storiografia|storiografica]], da questo punto di vista rimane essenziale la sua [[monografia]] sull’arte italiana dei secoli [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo|XX]]: ''Ottocento e Novecento''.
 
Dopo alcuni saggi giovanili dedicati al [[Seicento]] – tema a lungo studiato dall’Autore che, in una confidenza pubblicata nel 1919 su “L’Italia che scrive”, ricordava: «[…] ho pronta una larga monografia sui pittori napoletani [[Cesare e Francesco Fracanzano]]» – gli interventi su [[Evaristo Baschenis]](“L’Arte” 1912 e 1913) e [[Giovanni Battista Moroni e i pittori bresciani]] (“L’Arte” 1914),
Durante la sua carriera gestisce le pagine d’arte di diversi giornali: ''[[Il Tempo]]'', ''Il Giornale di Roma'', ''Il Popolo di Roma'', ''[[Il Messaggero]]'', ''Il Momento'' e ''Momento Sera''.
le sue ricerche si orientarono sull’Ottocento napoletano e sul Novecento.
Collabora inoltre alle più prestigiose riviste italiane: ''Civiltà'', ''[[La Fiera Letteraria]]'', ''Le Fonti'', ''L'Illustrazione italiana'', ''Le Lettere'', ''[[Nuova Antologia]]'', ''Rassegna dell’Illustrazione artistica'', ''La Tribuna illustrata'', ''Vita artistica''.
 
Nella stessa confidenza, infatti, [[Biancale]] affermava: «Intanto i problemi d’arte moderna non m’interessano meno degli altri […]. L’arte non è né antica, né moderna: è arte.»
In occasione della [[Mostra della pittura napoletana dei secoli XVII, XVIII e XIX]], tenutasi a [[Napoli]] nel 1938, Biancale si occupò della curatela della sezione dedicata alla pittura dell’Ottocento.
 
Non tralascia, inoltre, di cimentarsi con lavori di grande respiro di sistemazione [[storiografia|storiografica]],; da questo punto di vista rimane essenziale la sua [[monografia]] sull’arte italiana dei secoli [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo|XX]]: ''[[Ottocento e Novecento'']].
 
I suoi frequenti viaggi e i lunghi soggiorni in [[Francia]], dapprima come studente e poi come studioso e critico, gli consentirono di conoscere e frequentare grandi pittori dell’epoca tra i quali [[Henri Matisse]] e [[Pierre Bonnard]].
 
La sua attività di critico d’arte lo ha portato, tra l'altro, ad espertizzare numerose collezioni e raccolte d’arte dell’ 800. Ancor oggi rappresentano un cardine essenziale le sue monografie su [[Michele Cammarano]], [[Gioacchino Toma]], [[Bernardo Celentano]], [[Enrico Reycend]], [[Antonio Mancini]] e [[Plinio Nomellini]].
 
Al critico, si devono importanti monografie su [[Michele Cammarano]], [[Gioacchino Toma]], [[Enrico Reycend]], [[Antonio Mancini]], [[Plinio Nomellini]] e [[Bernardo Celentano]] scritto questo, avvalendosi di preziosi materiali documentari, quali le lettere pubblicate dal fratello dell’artista Luigi e le memorie inedite di [[Michele Cammarano]] (già utilizzate per il volume dedicato a quest’ultimo (Milano-Roma 1936), [[Giovanni Prini]] (Roma 1936), [[Plinio Nomellini]] (Roma 1946).
 
==Pubblicazioni==