Giovedì nero: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 2:
Il '''giovedì nero''' ([[24 ottobre]] del [[1929]]) è stato il primo giorno in cui con chiarezza si andò profilando il più rovinoso crollo di [[Wall Street]] della storia, dopo alcuni anni di [[Boom di Wall Street (1924-1929)|boom]]. Di lì a pochi giorni il crollo della borsa sarebbe diventato incontrollabile. Il giovedì è identificato come la prima delle giornate di contrattazione che definiscono il [[Crisi del 1929|panico del 1929]].
==Storia==
Il crollo del giovedì seguì ad una serie di giorni negativi sul mercato delle contrattazioni dei titoli. Il lunedì [[21 ottobre]] (dopo una cattiva seduta già il sabato precedente) era stato un giorno molto negativo. Quel giorno le vendite ammontarono a 6.091.879 seminando preoccupazione tra gli azionisti e tra gli stessi [[Speculazione|speculatori]]. Quel giorno [[Irving Fisher]] dichiarò a [[New York]] che la caduta aveva rappresentòrappresentato "l'eliminazione del codazzo necroticonevrotico", prevedendo che di lì in avanti la situazione sarebbe andata incontro al miglioramento. Il giorno successivo Charles Mitchell, direttore della [[National City Bank]], tra i massimi responsabili della speculazione selvaggia che aveva interessato gli ultimi anni, dichiarò che le condizioni del mercato erano "fondamentalmente sane" e invitava a guardare positivamente al futuro, auspicando che la situazione di tranquillità si sarebbe automaticamente ripristinata.
 
Il mercoledì 23 fu un'altra giornata di nervosismo sul mercato. Quel giorno si vendettero circa 2.600.000 azioni, nell'ignoranza peraltro di moltissimi risparmiatori (così come era stato il lunedì), a causa del ritardo nella registrazione delle contrattazioni da parte del ''[[ticker]]'' (macchina che comunicava le quotazioni e le contrattazioni dei titoli e il loro volume). Alla fine della giornata aumentò vertiginosamente il numero delle richieste di aumento degli scarti di garanzia. Ai comuni investitori si richiedevano maggiori garanzie collaterali (come conseguenza della caduta del valore del titolo a riporto, che non costituiva più garanzia sufficiente a coprire il prestito con cui lo si era acquistato) e dunque, in definitiva, più soldi per la speculazione.