Anticonvulsivante: differenze tra le versioni

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Un '''anticonvulsivante''' (o '''anticonvulsivo''', '''antiepilettico''', '''anticonvulsante''') è un [[farmaco]] utilizzato allo scopo di sedare le [[convulsioni]], soprattutto quelle causate da [[epilessia|crisi epilettiche]]. Si tratta di un gruppo di farmaci molto eterogenei. Gli anticonvulsivanti sono stati sempre più utilizzati nel trattamento del disturbo bipolare, poiché molti sembrano agire come stabilizzatori dell'umore. Sono inoltre utilizzati per il trattamento del dolore neuropatico.
L'obiettivo di un anticonvulsivante è quello di sopprimere la depolarizzazione neuronale ripetitiva e di elevata frequenza che dà inizio ad una crisi epilettica. Molti di questi farmaci raggiungono questo obiettivo modificando la conduttanza al K+,Na+,Ca2+ ed interferendo così con i potenziali di membrana dei neuroni. Un altro obiettivo di un farmaco anticonvulsivante è quello di prevenire la diffusione della depolarizzazione neuronale all'interno del cervello e offrire protezione contro i possibili danni cerebrali causati dalle convulsioni.
Secondo alcuni studi l'uso di anticonvulsivanti sarebbe legato ad un QI più basso nei bambini<ref>Loring, David W (1 September 2005). "Cognitive Side Effects of Antiepileptic Drugs in Children". Psychiatric Times XXII (10). http://www.psychiatrictimes.com/showArticle.jhtml?articleID=171201519.</ref>. Tuttavia questo effetto negativo sembra essere ampiamente compensato dal rischio per i bambini rappresentano da attacchi epilettiformi decisamente gravi, compreso il rischio di morte e la non trascurabile e devastante sequela neurologica secondaria alle crisi epilettiche.
 
Anticonvulsivanti piuttosto noti sono la [[carbamazepina]], l'[[acido valproico]], il [[topiramato]], la [[fenitoina]] e il [[clonazepam]].