Yoga Sūtra: differenze tra le versioni

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I freni e le discipline (''yama'' e ''niyama'') riguardano l'aspetto [[etica|etico]] della vita dello ''yogin'': si tratta di astensioni e osservanze non specifici di questa filosofia, ma Patañjali li ritiene fondamentali per il percorso yogico: essi tendono a creare uno stato "purificato" indispensabile. Le posizioni, il controllo della respirazione e la ritrazione dei sensi (''āsana'', ''prānayāma'' e ''pratyārā'') costituiscono invece la tecnica yoga propriamente detta. Il retto comportamento unito alla pratica (le prime cinque fasi dunque) permettono di sperimentare le seguenti tre, la concentrazione<ref>Eliade traduce ''dhāraṇā'' con "concentrazione", adoperando quindi lo stesso termine usato, fra gli altri già menzionati, per tradurre ''samādhi'', evidentemente in accezioni differenti: ''samādhi'' è essere centrati con sé stessi; ''dhāraṇā'' è fissare la propria attenzione su un solo oggetto.</ref>, la meditazione e la congiunzione (''dhāraṇā'', ''dhyāna'' e ''samādhi''): Patañjali accomuna queste ultime tre fasi adoperando il termine ''saṃyama'' (III.4) e si sofferma più ampiamente su questo tema nel terzo ''pāda''.<ref>M. Eliade, ''Op. cit.'', pp. 59, 62, 76-77.</ref>
{{vedi anche|Aṣṭāṅga Yoga}}
 
==''Vibhūti Pāda''==