Teoria della razza dinastica: differenze tra le versioni

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==Versioni moderne della teoria==
Dopo i primi sostenitori della teoria come L. A. Waddell,<ref>L. A. Waddell, ''Egyptian Civilization Its Sumerian Origin and Real Chronology''</ref> e [[Walter Bryan Emery]], ex titolare della cattedra di egittologia presso la University College di Londra, attuali studiosi come [[David Rohl]],<ref>David Rohl, [http://www.davidrohl.com/dynastic_race_11.html ''Legend – The Genesis of Civilisation'']</ref> e Michael Rice <ref>Michael Rice, ''Egypt's making: the origins of ancient Egypt, 5000-2000 BC''</ref> hanno avanzato tesi a supporto dell'origine mesopotamica degli antichi egizi dinastici.
 
Secondo l'egittologo David Rohl, "esistono poche prove che attestino l'esistenza di un re e dei suoi rituali molto prima dell'inizio della prima dinastia; nessun segno del graduale sviluppo della lavorazione del metallo, dell'arte, dell'architettura monumentale e della scrittura – criteri che definiscono l'inizio delle civiltà. Molto di quello che sappiamo dei faraoni e della loro complessa cultura sembra derivare da un lampo di ispirazione".<ref>Rohl, David M., ''Legend the Genesis of Civilisation'' (Arrow Books Limited, 1998), p. 253</ref> Rohl crede che il catalizzatore di questo improvviso sviluppo sia l'influsso di una "elite straniera" mesopotamica che si spostò in Egitto, navigando lungo la costa della [[penisola araba]] fino al [[mar Rosso]], per poi trasportare le navi oltre il deserto fino al [[Nilo]]. Rohl pone l'attenzione su numerose incisioni rupestri predinastiche rinvenute in numerosi luoghi da Wadi Abbad ad Abydos, che raffigurano grandi barche in stile mesopotamico con equipaggi formati anche da 75 persone, alcune delle quali sembrano essere state trascinate sulla terra<ref>Rohl, David M., ''Legend the Genesis of Civilisation'' (Arrow Books Limited, 1998), p. 253-302</ref>. Rohl crede che la prova più evidente per supportare questa teoria sia l'improvvisa introduzione delle facciate architettoniche a nicchie trovate in molti siti predinastici, tra cui Abydos e [[Sakkara]]. Egli afferma: "E'È altamente improbabile che queste speciali tecniche edilizie si siano sviluppate in modo indipendente in due regioni molto distanti, quasi contemporaneamente e senza rapporti culturali".<ref>Rohl, David M., ''Legend the Genesis of Civilisation'' (Arrow Books Limited, 1998), p. 332</ref>
Oltre alle prove a disposizione di Petrie e degli altri, coloro che sostengono questa teoria citano altre somiglianze nei nomi delle divinità e nei luoghi di interesse religioso delle due civiltà, e nell'aspetto delle offerte. Ad esempio il luogo della creazione per gli egizi fu chiamato isola di Nun, ed era circondato dalle acque di Nun, mentre il nome sumero del grande tempio della loro città d'origine, Eridu, era Nun.ki (il palazzo potente) ed era eretto su un'isola in un canneto paludoso. Molti studiosi hanno anche fatto notare che il nome Osiride è una pronuncia greca, e che il dio era in origine chiamato Asar in egiziano, ed il dio sumero della zona di Eridu si chiamava anch'esso Asar (il babilonese [[Marduk]]). <ref>Patricia Turner, Charles Russell Coulter, ''Dictionary of Ancient Deities''</ref>
 
==Note==