Bibliomanzia: differenze tra le versioni

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La '''bibliomanzia''' è un metodo di [[divinazione]] per mezzo di [[Libro|libri]]; si tratta di una forma di [[sticomanzia]] ossia [[Sorteggio|estrazione a sorte]] di una [[frase]] da interpretare come responso della consultazione.
 
Tutto ciò che occorre è un libro, di solito un libro considerato [[sacro]], [[Profezia|profetico]] o [[Ispirazione|ispirato]]. L'indovino (che può essere lo stesso consultante) formula una domanda, apre il volume a caso e legge la prima [[frase]] o il primo [[paragrafo]] su cui posa lo sguardo; un metodo alternativo è quello di chiudere gli occhi e indicare un punto della pagina: la frase così sorteggiata è considerata una risposta o un commento all'interrogativo posto. I primi testi ad essere usati in epoca greca furono quelli [[Omero|omerici]], a cui in seguito si aggiunse l'[[Eneide]] di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] in epoca romana, che con l'avvento del [[Cristianesimo]] furono sostituite dalla [[Bibbia]], {{CnCitazione necessaria|al quale si affiancò solo tardivamente [[Shakespeare]].}}
 
Spesso in [[Civiltà occidentale|occidente]], soprattutto in ambito [[Protestantesimo|protestante]], si usa questo termine per indicare che per questa pratica si utilizza la Bibbia. Un altro termine utilizzato è '''stoicheomanzia''', quando il libro è un'opera di Omero o Virgilio.<ref>{{Cita libro|titolo=Forse Queneau: enciclopedia delle scienze anomale|autore=Paolo Albani|coautori=[[Paolo della Bella]] e Berlinghiero Buonarroti|editore=Zanichelli|anno=1999|pagine=pp.121-123}}</ref><ref name="Sapere.it">{{Cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/bibliomanz%C3%ACa.html|titolo=bibliomanzìa|opera=Enciclopedia generale Sapere.it [[De Agostini]]}}</ref>