Monumento funebre di Guido Tarlati: differenze tra le versioni

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==Storia e descrizione==
Situato nella navata sinistra vicino all'altare maggiore, è in realtà solo un [[enotafiocenotafio]] (non contiene la salma) di [[Guido Tarlati]], vescovo e signore di Arezzo morto nel [[1327]]. Già collocato, fino alla seconda metà del XVIII secolo, nella cappella del Santissimo Sacramento, è composto da un'edicola con una [[arco a tutto sesto]], timpano e pinnacoli gotici, sotto la quale si trovano una serie di sedici riquadri a bassorilievo con scene della sua vita, accompagnate da scritte esplicative e intervallate da [[mensole]] che reggono il sarcofago e quindici figure allegoriche. In alto il defunto è raffigurato sul fronte del sarcofago ruotato verso lo spettatore tra due angeli che scostano una cortina, motivo frequente nel genere funerario medievale.
 
Le sculture vennero eseguite entro [[1330]] (fa fede la data scolpita) da due scultori senesi, [[Agostino di Giovanni]] e [[Agnolo di Ventura]], su disegno forse di [[Giotto]]. L'ipotesi, derivata da una menzione dell'aretino [[Giorgio Vasari]], è senz'altro suggestiva ed è avvalorata dal pittoricismo dei rilievi e dalla presenza di accenti classici. Gli elementi portanti appaiono esili, una caratteristica che è stata messa in relazione con il [[Campanile di Giotto]].
 
==Bibliografia==