Paradossi di Zenone: differenze tra le versioni

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I '''paradossi di Zenone''' ci sono stati tramandati attraverso la citazione che ne fa [[Aristotele]] nella sua ''[[Fisica (Aristotele)|Fisica]]''.
[[Zenone di Elea]], discepolo ed amico di [[Parmenide]], per sostenere l'idea del maestro, che la realtà è costituita da un ''Essere'' ''unico'' e ''immutabile'', propose alcuni [[paradosso|paradossi]] che dimostrano, a rigor di logica, l'impossibilità della molteplicità e del moto, nonostante le [[apparenza|apparenze]] della vita quotidiana.
 
Le argomentazioni di Zenone costituiscono forse i primi esempi del metodo di dimostrazione noto come ''reductio ad absurdum'' o ''[[dimostrazione per assurdo]]''. Sono anche considerate un primo esempio del metodo dialettico, usato in seguito dai [[sofisti]] e da [[Socrate]] ed inoltre furono il primo strumento che mise in difficoltà l'ambizione dei [[pitagorici]] di ridurre tutta la realtà in numeri.
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=== Proposte di soluzioni ai paradossi del moto ===
{{C|sembra tutta ricerca originale, a parte la citazione di Bartocci. Segnalo: "I paradossi in realtà, se correttamente intesi, non possono essere confutati." Secondo l'opinione di chi? Inoltre: "Non è difficile immaginare"... è una locuzione da evitare in un'enciclopedia. L'argomento non coglie il segno, comunque, perché il problema non è constatare che tutte le somme finite non superano il doppio del segmento (cosa già nota dall'[[antichità]], il problema è l'eventuale significato (metafisico o meno) di un'iterazione infinita|filosofia|novembre 2011}}
Non è difficile immaginare che anche un greco, ignaro dei rudimenti del calcolo infinitesimale, "vedesse" altrettanto bene che ogni somma: un segmento + mezzo segmento + un quarto di segmento + etc. rimane sempre all'interno del segmento doppio. Tale critica alle moderne "pseudoconfutazioni" è stata ampiamente sviluppata, su basi kantiane, dal matematico [[Umberto Bartocci]], il quale invita invece a riflettere sulla circostanza che i paradossi di Zenone sul movimento vanno considerati sempre attuali e "non risolubili", in quanto puntano l'attenzione sulle dicotomie reale/pensato e spazio(continuo)/tempo(discreto)<ref>Umberto Bartocci, "I paradossi di Zenone sul movimento e il dualismo spazio-tempo", "Episteme, Physis e Sophia nel III millennio", Perugia, N. 8, 2004 [http://www.cartesio-episteme.net/ep8/ep8-zeno.htm], con un'appendice "Sulle definizioni matematiche di discreto e continuo".[http://www.cartesio-episteme.net/ep8/ep8-zeno-app.htm]</ref>.