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Molti eventi nel film non sono completamente fedeli agli eventi così come sono descritti nell'autobiografia del [[1990]] del [[Dalai Lama]], ''[[La Libertà nell'Esilio]]'', o come li riporta invece [[Diki Tsering]], la madre dello stesso [[Tenzin Gyatso]], in un' autobiografia del [[2000]], [[Mio Figlio: la Storia di una Madre]].
 
All' inizio del film, infatti, un [[monaco buddhista|monaco]] viene spedito in incognito per cercare la [[reincarnazione]] del [[Dalai Lama|Grande Tredicesimo Dalai Lama]], [[Thubten Gyatso]]. [[Tenzin Gyatso|Lahmo]] lo incontra la prima volta quando entra nella sua casa travestito da servitore. Il [[Dalai Lama]] invece ricorda che il primo incontro non avvenne dentro casa, poichèpoiché andò fuori a salutare il [[monaco buddhista|monaco]] sotto mentite spoglie. Sua madre riferisce inoltre che due [[monaco buddhista|monaci]] giunsero e prepararono alcune canne contro una parete della casa, una delle quali era appartenuta al [[Dalai Lama]] defunto, e suo figlio scelse la canna corretta chiedendo al [[monaco buddhista|monaco]], che ormai aveva rocpmpsciuto, di portarlo con sè a [[Lhasa]].
 
Nel [[1941]], il Reggente [[Thupten Jampel Yishey Gyantsen|Reting Rinpoce]] fu deposto, e [[Ngawang Sungrab Thutob|Taktra Rinpoce]] fu selezionato dal giovane [[Dalai Lama]] tra una cerchia di candidati. Nella sua [[autobiografia]], [[Tenzin Gyatso]] dice di essersi avvicinato a [[Ngawang Sungrab Thutob|Taktra]], compiendo in tal modo la scelta, ma nel film la decisione è spontanea e suscita la sorpresa dello stesso [[Ngawang Sungrab Thutob|Taktra]].