Iannis Xenakis: differenze tra le versioni

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=== Parigi ===
Stabilitosi a [[Parigi]], nel [[1948]] iniziò a lavorare per lo studio del famoso architetto [[Le Corbusier]], in qualità di ingegnere. Incominciò ben presto a collaborare alla progettazione di varie opere importanti in cui lo studio era impegnato in quel periodo, come le unità abitative di [[Nantes]] ([[1949]]) e di Briey-en-Forêt, il Centro culturale di [[Bagdad]] ([[1957]]), il convento di [[La Tourette]] ([[1953]]) ed il famoso Padiglione Philips per la Fiera di [[Bruxelles]] ([[1958]]), che fu sede della prima esecuzione del ''Poème Électronique'' di [[Edgard Varèse]]. La struttura del Padiglione in effetti era basata sulle stesse concezioni formali che Xenakis aveva già utilizzato nel suo brano ''Metastaseis'', da lui composto quattro anni prima. La natura "duale" di queste opere ("Metastaseis" ed il Padiglione Philips) è un esempio della teoria meta-artistica di Xenakis, secondo la quale un'espressione artistica basata su un [[calcolo]] [[matematica|matematico]] può essere realizzata indifferentemente dal tipo di media utilizzato.
 
Fu poco dopo il suo arrivo a [[Parigi]] che Xenakis cominciò i suoi studi di [[composizione musicale|composizione]], inizialmente sotto la guida di [[Arthur Honegger]] e [[Darius Milhaud]], con i quali tuttavia ebbe rapporti non facili e si trovò ben presto in conflitto riguardo ai loro metodi didattici. A partire dal [[1951]] fu allievo di [[Olivier Messiaen]], di cui seguì assiduamente i corsi di analisi presso il [[Conservatoire de Paris|Conservatorio Superiore]]. La sua consapevolezza ebbe così modo di crescere, assieme alle sue capacità tecniche compositive, al punto che in breve tempo iniziò ad applicare i concetti [[matematica|matematici]] e [[architettura|architettonici]] sviluppati nello studio di [[Le Corbusier]] con del materiale prettamente musicale, indirizzo questo molto caldeggiato da Messiaen stesso.
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* ''Diamorphoses'' ([[1957]]), per nastro magnetico
* ''Concret PH'' ([[1958]]), per nastro magnetico
* ''Eonta'' ([[1963]]), per [[pianoforte]] e cinque [[ottoni (musica)|ottoni]]
* ''Oresteïa'' ([[1965]]-[[1966]]), su testi di [[Eschilo]], suite per [[voci bianche]], [[Coro (musica)|coro]] misto (con accessori musicali) e 12 esecutori
* ''Terretektorh'' ([[1965]]-[[1966]]), per 88 esecutori disposti nello spazio