Porto (Napoli): differenze tra le versioni

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== Monumenti e luoghi di interesse ==
Per via Guglielmo Sanfelice si raggiunge piazza Bovio, segnata dall’edificio della Borsa. Il Risanamento separò le fasce del tessuto urbano più vicine al porto, marginalizzandole.
Il quartiere Porto è il frutto della riorganizzazione urbana compiuta dal [[fascismo]] nel tessuto storico di Napoli, in un’area che si era compiutamente configurata tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]]. Negli [[Anni 1930|anni‘30]] quel tessuto fu riattato con opere di grande pregio formale, fra cui il palazzo delle Poste, opera di Vaccaro e Franzi ([[1929]]-[[1935]]) che occupa in parte l’area del convento degli Olivetani. Il grande chiostro, divenuto una sorta di piazza chiusa, ne separa la facciata curva dall’edificio dell’[[Palazzo INA|INA]], altro episodio razionalista. Fiancheggiando piazza Carità, si incontrano la Caserma Pastrengo e la chiesa di Monteoliveto, detta di Sant’Anna dei Lombardi, anch’essi parte del poderoso complesso monastico.
 
Nell’area portuale, riorganizzata da [[Domenico Fontana]], vi è la chiesa di Santa Maria di Portosalvo e sullo sfondo, l’edificio barocco dell’immacolatella ora capitaneria di porto, sormontato dalla statua della Madonna di [[Domenico Antonio Vaccaro]]. Si torna al corso Umberto passando per il convento (oggi Facoltà di Lettere) e la chiesa di San Pietro Martire. Di fronte il prospetto di accademico neoclassicismo dell’Università Centrale. Giunti a piazza Nicola Amore, detta dei “quattro palazzi” per i quattro edifici gemelli che la formano, di gusto più raffinato rispetto agli altri episodi del Risanamento, si scende per via Duomo, passando accanto alla chiesa di San Giovanni a Mare, nota già nel [[XII secolo]] e restaurata nel [[1878]], e alla duecentesca chiesa di Sant‘Eligio.
Piazza Monteoliveto, definita da una fontana sormontata dalla statua di [[Carlo III]] ([[1668]] circa), è collegata con piazza del Gesù dalla Calata Trinità Maggiore, ricca di pregevoli edifici (sulla sinistra, palazzo Pignatelli restaurato da Ferdinando Sanfelice; all‘angolo il rinascimentale [[palazzo Gravina]] (Facoltà di Architettura). Per via Ferdinando Sanfelice si raggiunge piazza Bovio, segnata dall’edificio della Borsa. Al centro la fontana del Nettuno ([[1601]]), forse su disegno di [[Domenico Fontana]] che ne seguì i lavori. Le statue sono di [[Pietro Bernini]] e [[Michelangelo Naccherino]]. Il Risanamento separò le fasce del tessuto urbano più vicine al porto, marginalizzandole.
 
Nell’area portuale, riorganizzata da [[Domenico Fontana]], vi è la chiesa di Santa Maria di Portosalvo e sullo sfondo, l’edificio barocco dell’immacolatella ora capitaneria di porto, sormontato dalla statua della Madonna di [[Domenico Antonio Vaccaro]]. Si torna al corso Umberto passando per il convento (oggi Facoltà di Lettere) e la chiesa di San Pietro Martire. Di fronte il prospetto di accademico neoclassicismo dell’Università Centrale. Giunti a piazza Nicola Amore, detta dei “quattro palazzi” per i quattro edifici gemelli che la formano, di gusto più raffinato rispetto agli altri episodi del Risanamento, si scende per via Duomo, passando accanto alla chiesa di San Giovanni a Mare, nota già nel [[XII secolo]] e restaurata nel [[1878]], e alla duecentesca chiesa di Sant‘Eligio.
 
Superato il quattrocentesco arco dell’orologio, si giunge a piazza del Mercato, sede di importanti eventi storici (l’esecuzione di [[Corradino di Svevia]], la rivolta di [[Masaniello]], il martirio degli eroi del ‘99), la cui forma attuale è progettata alla fine del [[XVIII secolo]] da Francesco Securo con fuoco sulla di Santa Croce al Mercato. Si è quindi alla chiesa del Carmine, dove si conservano il Cristo miracoloso e la tavola della Madonna della Bruna. Sul franco sinistro i resti delle arcate del chiostro, tagliato dalla via Marina, e quindi, isolate, la [[Porta del Carmine]] e la [[Torre della Spinella]], unica testimonianza del castello abbattuto nel [[1906]]. Tornati su Corso Umberto, per via del Lavinaio si giunge alla [[chiesa dell’Annunziata]], ricostruita da [[Luigi Vanvitelli|Luigi]] e [[Carlo Vanvitelli]] ([[1760]]-[[1782]]) alla quale si accede dal vicolo posteriore. A sinistra [[Sant’Agostino della Zecca]], fondata dagli eremitani nel [[XIV secolo]], di Bartolomeo Picchiatti ([[1641]]-[[1697]]).
 
==Note==
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==Voci correlate==
* [[Chiesa di Santa MariaQuartieri di PortosalvoNapoli]]
* [[Università degli Studi di Napoli Federico II]]
 
==Collegamenti esterni==