Consonanza e dissonanza: differenze tra le versioni

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==La dissonanza nella musica del XX secolo==
 
Nel [[XX secolo]] il concetto di dissonanza si amplia e si trasforma. Essa non costituisce più un elemento di tensione, qualcosa che deve "risolversi" o "posarsi" su una consonanza, ma diventa una cellula sonora dotata di senso proprio, di un definito valore espressivo. La dissonanza tende programmaticamente a destrutturare le modalità classiche di [[Modo maggiore|maggiore]] e [[Modo minore|minore]], indebolendo la funzione della [[tonica]]. Questa trasformazione implica lo spostamento dell'accento dall'armonia propriamente intesa a una nuova "armonia di timbri" (Schönberg), cioè a un rapporto tra le voci fondato non sulla loro altezza rispetto alla scala, ma sulla loro diversa qualità timbrica (sulle loro armoniche). La dissonanza aquista quindi una maggiore ricchezza polifonica, una più densa qualità timbrica, come si può percepire nel celebre accordo del [[Tristano e Isotta (opera)|Tristano]], di R. Wagner. La stessa struttura metrica musicale subisce una radicale scompaginazione, in quanto scompare la tradizionale alternanza di tempi forti e deboli a favore di una vera e propria prosa musicale, un flusso sonoro in cui gli accenti si spostano continuamente<ref>Philippe Albèra, Tradizione e rottura della tradizione, in: Enciclopedia della musica, I, Il Novecento, Torino 2001, Pag. 34</ref>.<br />
 
L'armonia [[Richard Wagner|wagneriana]], che fu di capitale importanza per la storia della musica, portò la densità sonora media della trama accordale a un livello nettamente più alto rispetto alle generazioni precedenti. Mentre l'armonia precedente era cioè fondata sulla [[triade (musica)|triade]], l'armonia tardoromantica si fonda essenzialmente sulla [[quadriade]]. Ciò contiene già intrinsecamente una rivisitazione del concetto di dissonanza, in quanto ''non esiste'' una quadriade consonante formata da suoni temperati. Uno dei fenomeni collegati all'aumento di densità sonora (ma è difficile su tali questioni trovare il giusto rapporto di causa-effetto) fu l'abbandono sempre più regolare delle regole classiche di condotta delle parti; nella musica tardoromantica gli accordi, infatti, si trasformano in genere per [[cromatismo|scivolamento cromatico]], basato in gran parte sul principio di [[sensibile (musica)|sensibilizzazione]] dei suoni.