Le Nuove: differenze tra le versioni

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==Dal 1945 a oggi==
Durante il [[fascismo]] Le Nuove ospitarono molti oppositori e dissidenti politici, mentre duarantedurante l'occupazione nazista, il braccio gestito dalle [[SS]] fu teatro di incarceramenti e cruente torture di partigiani ed ebrei, come Ignazio Vian ed [[Emanuele Artom]], deportati e condannati a morte.
La struttura del penitenziario non subì modifiche di rilievo fino al 1945. A partire da allora si iniziano a registrare lenti ma graduali cambiamenti nei regolamenti, in virtù del rispetto dei princìpi fondamentali della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]].
Nel corso degli anni Cinquanta vengono ampliate le finestre delle celle, si istituisce un asilo nido per i figli delle detenute e si restaurano vari spazi comuni, comprese le due cappelle. In seguito si organizzano anche i locali che ospiteranno i corsi professionali e vengono abbattuti i vari muri che dividono i cortili creando un unico grande spazio.
Dal 1975, con la legge della riforma penitenziaria ogni cella viene dotata di termosifoni, lavandino e di un gabinetto e ciascun braccio viene suddiviso in tre piani sovrapposti, eliminando le tipiche balconate del primo e secondo piano.
Dagli anni Ottanta "Le Nuove" verranno progressivamente sostituite dal nuovo penitenziario nella zona più periferica delle ''Vallette'' ma parte dei locali verranno ancora utilizzati per la collocazione dei detenuti in regime di semilibertà e come sede operativa per la formazione di Agenti di Custodia della [[Polizia Penitenziaria]].
A partire dagli anni duemila, il complesso ''Le Nuove'' è stato oggetto di restauro ed è sede di saltuarie visite guidate e iniziative culturali, ospitando inoltre un [[Museo del carcere Le Nuove|museo]].
 
==Bibliografia==