Aqua Iulia: differenze tra le versioni

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|Nome = ''Aqua Iulia''
|Nome_altro =
|Immagine = Piazza Vittorio Trofei di Mario 9511-06.JPG
|Didascalia = Resti della mostra d'acque detta ''Trofei di Mario''
<!-- Geografia fisica -->
|Superficie =
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== Percorso e costruzione ==
 
Captava l'acqua da sorgenti nel territorio [[Tuscolo|tuscolano]], al XII miglio della [[via Latina]], identificate presso l’attuale ponte degli "Squarciarelli", nel comune di [[Grottaferrata]]. Le sorgenti erano a poca distanza da quelle che alimentavano l’acquedotto dell<nowiki>'</nowiki>''[[Aqua Tepula]]''.
 
L’intero percorso misurava 15,426 miglia romane<ref>La lunghezza degli acquedotti era espressa in milia passus ("mille passi"), cioè miglia romane, corrispondenti a 1,482 km.</ref> (ca. 22,5 km.), delle quali quasi la metà (circa 11 km.) in superficie. La portata giornaliera era di 1.206 [[quinaria|quinarie]]<ref>La quinaria era l'unità di misura della portata di un acquedotto, e corrisponde a circa 41,5 m<sup>3</sup> giornalieri, cioè 0,48 litri al secondo.</ref>, 50.043 m<sup>3</sup>., corrispondenti a 579 litri d’acqua al secondo. Il dislivello passava dai 350 m di altitudine in corrispondenza della fonte ai 64 m circa di Roma.
 
Data la vicinanza con le sorgenti della ''Tepula'', i due condotti viaggiavano insieme, in sotterranea, da un punto a tutt’oggi non individuato, fino alla ''piscina limaria'' (il bacino di decantazione) che si trovava nell’attuale [[Capannelle (zona di Roma)|zona delle [[Capannelle]]. Da lì in poi i condotti si separavano nuovamente, proseguendo in superficie ed utilizzando, per circa 9,6 km, le arcuazioni già edificate per l’acquedotto dell'''[[Aqua Marcia]]'', opportunamente ristrutturate per sostenere il maggiore sforzo. Il triplice condotto è ancora visibile nei tratti di arcate rimasti in piedi. I due condotti continuavano comunque a viaggiare insieme, benché separati. La portata definitiva comune venne accresciuta in seguito da 92 quinarie prelevate dall<nowiki>'</nowiki>''[[Acqua Marcia]]'' e di altre 163, molto più tardi, derivate dall’acquedotto del<nowiki>'</nowiki>''[[Anio Novus]]''.
 
L’acquedotto arrivava a Roma nella località "''ad spem veterem''", nei pressi di [[Porta Maggiore]]. Da qui in avanti il condotto sfruttava le [[Mura aureliane]] fino a scavalcare la [[via Tiburtina]] su un arco che fu poi trasformato nella [[Porta Tiburtina]]. Il percorso tornava poi sotterraneo, superava la [[Porta Viminale]], dove oggi sorge la [[Stazione Termini]], e concludeva il suo tragitto in prossimità della [[Porta Collina]], dove si trovava il “castello” principale di distribuzione, nelle vicinanze dell’attuale via XX Settembre.
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Grazie ad una serie di ben 17 punti di distribuzione, l'''Aqua Iulia'', insieme alla ''Tepula'', approvvigionava i colli [[Celio]], [[Esquilino]], [[Viminale (colle)|Viminale]], [[Quirinale (colle)|Quirinale]], [[Campidoglio]], [[Colle Palatino|Palatino]] e Piccolo [[Aventino]], oltre ai [[Foro Romano|Fori]].
 
[[File:Piazza Vittorio Trofei di Mario 9511-06.JPG|thumb|right|250 px|Resti della mostra d'acque detta ''Trofei di Mario'']]
Dopo una prima serie di restauri effettuata già da [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] tra l’[[11 a.C.|11]] e il [[4 a.C.]], altri interventi furono effettuati da [[Caracalla]] e poi da [[Alessandro Severo]], che utilizzò queste acque per rifornire una fontana monumentale tuttora visibile nell'attuale [[Piazza Vittorio Emanuele II (Roma)|Piazza Vittorio]], conosciuta come i [[Ninfeo di Alessandro|''Trofei di Mario'']] o ''nymphaeum Alexandri''.