Francesco Mancini (pittore 1679-1758): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 17:
[[Immagine:Francesco Mancini Kampf zwischen Amor und Pan.jpg|thumb|200px|right|F. Mancini, ''Lotta fra Amore e Pan'', Musei Vaticani]]
==Biografia==
Fu allievo di [[Carlo Cignani]]<ref>[[Lione Pascoli]], ''Vite de' pittori, scultori, ed architetti moderni''. Roma, De Rossi, 1736, Vol. II, pp. 171-2 ([http://books.google.it/books?id=C6UOAAAAQAAJ&pg=PA170&dq=mancini+inauthor:lione+inauthor:pascoli&lr=&as_drrb_is=q&as_minm_is=1&as_miny_is=2009&as_maxm_is=12&as_maxy_is=2009&as_brr=3&as_pt=ALLTYPES#PPA170,M1 on-line]).</ref> a [[Forlì]] e a [[Bologna]] e fu quindi introdotto alla [[scuola forlivese]] e alla pittura accademica sulle orme dei [[Carracci]]; echi di questa pittura si possono trovare nelle opere giovanili: gli [[affresco|affreschi]] della ''Libreria'', ossia l'aula magna, della ''[[Biblioteca Classense]]'' di [[Ravenna]] e quelli nella [[Cattedrale di San Feliciano]] a [[Foligno]]<ref>Enrico Filippini, ''Gli affreschi del Mancini nel Duomo di Foligno''. Perugia : Unione tipografica Cooperativa, 1917; Estr. da Archivio per la storia ecclesiastica dell'Umbria, v. III, Foligno, 1916.</ref>. A Forlì, di suo rimane "''L’allegoria del tempo e delle stagioni"'', nel [[Palazzo Reggiani]].
 
Si trasferì, con la raccomandazione del pittore [[Marcantonio Franceschini]] viceprincipe dell<nowiki>'</nowiki>''Accademia Clementina'' di Bologna, a [[Roma]] dove entrò in contatto col suo [[Marche|conterraneo]] [[Carlo Maratta]]; il contatto con l'opera più matura del Maratta, e degli allievi del Maratta, rappresentò una svolta nella sua pittura. Sono di questo periodo gli affreschi nel [[Palazzo del Quirinale]], quelli nella Chiesa Nuova dei Filippini di Perugia ([[1730]]), quelli nella Chiesa di Santa Maria della Misericordia a [[Macerata]] (1736), a [[Sant'Angelo in Vado]], [[Forlì]] e [[Rimini]]. Francesco Mancini venne stimato dai contemporanei come uno dei migliori pittori della sua epoca; venivano apprezzati soprattutto i toni chiari e luminosi delle sue pitture. Fu accolto fra i membri dell'[[Académie de France à Rome|Accademia di Francia a Roma]] ([[1732]]), all'[[Accademia dei Virtuosi]] al [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] di [[Roma]] (fra il [[1743]] e il [[1745]]) e all'[[Accademia di San Luca]] ([[1750]]-[[1751|51]])<ref>''Annuario dell'Accademia Nazionale di San Luca'', Roma, 2004 p. 121 ([http://www.accademiasanluca.it/allegati/annuario2004.pdf on-line])</ref>.