Francesco Salamone (condottiero): differenze tra le versioni

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|Nome = Francesco
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|Nazionalità = italiano
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==Biografia==
 
Allontanatosi in giovane età dal paese natale per sfuggire alle conseguenze dell'uccisione in duello di un coetaneo, divenne soldato di ventura e guadagnò la notorietà per avere partecipato vittoriosamente nel [[1503]] alla famosa [[Disfida di Barletta]]. Dopo la vittoria sui cavalieri [[Francia|francesi]] a [[Barletta]] tornò al suo paese natio, dove visse per qualche tempo, acclamato dai compaesani ma senza denari e col solo sostentamento dovuto ad uno zio materno.
 
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Sulla scorta di lettere di raccomandazione del governo di Parma, nel [[1541]] fu ricevuto benevolmente da [[Papa Paolo III]], mentre in età avanzata lo si ritrova, nel [[1552]] presso i [[Farnese]], dedito all'insegnamento di "pratica e disegno delle fortificazioni" al rampollo [[Alessandro Farnese]] figlio di [[Ottavio Farnese|Ottavio]], duca della stessa città di [[Parma]].
==Curiosità==
 
Fu anche noto come gran seduttore e buontempone, che tra l'altro gli fece conoscere le prigioni romane per alcuni sonetti irriverenti all'indirizzo del Papa. Tra i cavalieri italiani che parteciparono alla [[Disfida di Barletta]] fu senza dubbio il più longevo. Infatti si ritirò dalla vita militare ancora in salute e finì i suoi giorni in vecchiaia avanzata, a [[Roma]], nell'agiatezza dovuta ai denari ricavati (a detta del biografo comasco [[Paolo Giovio]] un gruzzolo di 27.000 scudi d'oro).