Devianza degli immigrati: differenze tra le versioni

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In secondo luogo, Le condizioni in cui si svolge oggi la migrazione sono profondamente segnate del "proibizionismo", cioè dall'impossibilità di migrare liberamente e regolarmente. La migrazione clandestina che si viene così a creare comporta gravi rischi di morte e spinge i migranti ad accettare i servigi offerti loro dai trafficanti, rischiando di essere criminalizzati perché confusi con questi ultimi.
Infine, l'inserimento dei migranti nella società di arrivo appare complicato dalla grande difficoltà di accesso alla regolarità. L'inserimento economico e sociale è infatti molto spesso nell'informale e in condizioni di interiorizzazione e i momenti di socialità tra migranti ed autoctoni sono molto rari, se non inesistenti. Tutto questo ostacola il passaggio da una condizione informale/irregolare alla regolarità e facilita la spinta verso l'illegalità, la devianza, la criminalizzazione e l'autocriminalizzazione. A ciò corrisponde l'impiego della manodopera immigrata per attività illegali e l'etnicizzazione delle attività devianti.
 
Questa congiuntura appare caratterizzata dal cambiamento radicale del paradigma delle migrazioni. Dagli anni '70 il cambiamento del paradigma delle migrazioni corrisponde al passaggio dall'internazionalizzazione all'esternalizzazione di gran parte delle attività economiche. Il paradigma dell'internazionalizzazione era anche quello dell'inclusione o integrazione regolare dei migranti. Viceversa, il nuovo paradigma delle migrazioni appare caratterizzato da un'opposizione violenta tra inclusione ed esclusione e dalla negazione della migrazione sino a designarla come nemico pubblico al pari del terrorismo e della criminalità. Il cambiamento del paradigma della migrazione ha provocato la crisi del tradizionale modello migratorio. Sono i modelli devianti, invece, ad avere oggi più successo anche perché corrispondono maggiormente ad alcuni elementi della cultura di massa impostasi in questi ultimi decenni. Discredito del modello tradizionale difficoltà di inserimento regolare e successo dei modelli devianti sono tre fattori che hanno contribuito notevolmente allo sviluppo della devianza in particolare tra i giovani migranti.
 
Un altro elemento che sembra contribuire molto allo sviluppo della devianza e della delinquenza tra gli immigrati è il cambiamento della criminalità autoctona. A partire dagli anni '80, infatti, anche le mafie si sono esternalizzate proiettando la loro attività proprio nei paesi di emigrazione. Allo stesso tempo, nei paesi d'accoglienza, i lavori illeciti a più basso livello sono gradualmente stati affidati ai giovani migranti, permettendo così lo sviluppo di una criminalità organizzata di immigrati di varie nazionalità. Lo sviluppo della complementarietà e sostituzione tra stranieri ed autoctoni nelle attività devianti o criminali è stato assai rapido. Particolarmente rilevante risulta quindi anche il conseguente aumento dell'etnicizzazione di alcune attività criminali o devianti.
 
==Note==