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La disinvolta maturità tecnica e artistica raggiunta dai maestri attici, di cui si già è detto, si accompagna a un nuova consapevolezza degli esiti artistici raggiunti. Segno ne è l'abitudine di ''firmare'' le proprie creazioni, secondo un uso che diventerà ancor più frequente in seguito soprattutto quando, nell'[[Democrazia ateniese|Atene democratica]] del dopo [[Pisistrato]], maturerà la percezione di un accresciuto ruolo sociale. Proprio grazie a questa tendenza ci è possibile attribuire alcune innovazioni plastiche e pittoriche ad artisti di cui siamo in grado di pronunciare anche il nome.
L'invenzione di questa nuova tipologia, ad esempio, è possibile attribuirla ad [[Ergotimos]] e [[Kleitias]], gli stessi artefici del celebre [[vaso François]], i cui nomi sono incisi su un esemplare proveniente da [[Gordion]], in [[Frigia]], località da cui discende il nome attribuito.<ref>Il reperto è conservato allo [[Staatliche Museen]] ([[Berlino]] V.I. 4604) e riporta l'[[iscrizione]] «ΕΡΓΟΤ[ΙΜΟΣ ΜΕΠΟΙ]ΕΣΕΝ» su un lato e «[ΚΛΙΤ]ΙΑΣ ΜΕΓΡΑΦΣΕΝ» sull'altro (''Ergotimos mi fece - Kleitias mi dipinse'').</ref> L'eleganza rigorosa di Kleitias si evidenzia nella semplice ma raffinata composizione circolare di tre delfini ed un pesce, presente sul tondo interno.<ref>{{Cita
Come è possibile vedere, questa coppa è una via di mezzo tra il tipo precedente ''di Siana'' e quelli successivo della serie ''dei Piccoli Maestri''. Da notare che il labbro del calice mostra ancora una discontinuità con il profilo dell'invaso, ma ora non è più svasato bensì convesso. La convessità del labbro sparirà nella successiva serie dei ''Piccoli Maestri, per riapparire con i tipi ''A'' e ''B''.
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