Mario Merlino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Riga 43:
Nel corso del processo, nel giugno [[1973]], affiorò un anonimo appunto informativo redato dal [[Servizio Informazioni Difesa]] (SID) datato [[17 dicembre]] [[1968]] che accusò Merlino di essere l'autore dei falliti attentati di Roma, contestando quindi l'alibi confermato da [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Delle Chiaie]] e indicando quest'ultimo come il mandante<ref>Giorgio Boatti, Piazza Fontana, Einaudi, 2009, Torino, pag 313</ref>. Il documento del SID fu considerato inattendibile e già all'epoca definito come una "''fisarmonica''"<ref>Giorgio Boatti, Piazza Fontana, Einaudi, 2009, Torino, pag 314: "Una "fisarmomonica", vale a dire una ricostruzione che, a seconda di come la stendi o la racchiudi, ti dà le note che ti servono, ti suona la musica che vuoi sentire"</ref>. L'estensore del documento non fu individuato subito con certezza<ref>Giorgio Boatti, Piazza Fontana, Einaudi, 2009, Torino, pag 316-317</ref>. Si suppose che l'autore dell'appunto fosse Stefano Serpieri (informatore della polizia) e che Gaetano Tanzilli (maresciallo del SID), ricevuto il documento, lo avesse inoltrato ai superiori. Entrambi furono condannati: Serpieri per falsa testimonianza e Tanzilli "''per aver negato di aver appreso dal suo confidente Stefano Serpieri tutte le notizie contenute nell'appunto''"<ref>Giorgio Boatti, Piazza Fontana, Einaudi, 2009, Torino, pag 317</ref>. In seguito il solo Tanzilli fu assolto nel [[1985]]<ref>Giorgio Boatti, Piazza Fontana, Einaudi, 2009, Torino, pag 317</ref> e ammise di aver effettivamente ricevuto l'appunto da Serpieri ma che questo era molto più breve rispetto a quello comparso nel processo, al massimo cinque o sei righe<ref>Giorgio Boatti, Piazza Fontana, Einaudi, 2009, Torino, pag 318</ref>. Secondo [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Delle Chiaie]] che era l'obiettivo dell'appunto rivelatosi ampiamente falsato e che insieme a Merlino fu assolto con formula piena dall'accusa di stragismo in un memoriale del 1985<ref>Giorgio Boatti, Piazza Fontana, Einaudi, 2009, Torino, pag 318</ref> sostenne che: "''Alla fine del giugno 1973 si costruisce un secondo rapporto del SID del 17 dicembre 1969 e lo si fa pervenire al giudice D'Ambrosio...Si costruisce un collage trascurando perfino l'esatta ubicazione politica di ciascuna delle persone citate. Una serie di notizie ricevute disorganicamente vengono rispolverate per dar vita all'informazione che deve proteggere Giannettini''"<ref>Giorgio Boatti, Piazza Fontana, Einaudi, 2009, Torino, pag 329-330</ref>
 
====ilIl processo a Catanzaro e l'assoluzione====
Il [[13 ottobre]] il processo fu spostato a [[Catanzaro]] per motivi di ordine pubblico.<ref>Mario Caprara e Gianluca Semprini, Destra estrema e criminale, Tascabili Newton Compton, aprile 2010, Roma, pag.43</ref>Il [[23 febbraio]] [[1979]] la Corte di Assise di Catanzaro lo condanna a quattro anni di reclusione per associazione sovversiva nell'ambito del processo per la strage di Piazza Fontana<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,1070_01_1979_0045_0001_15309832/ ''Ergastolo a Freda, Ventura e Giannettini'', La Stampa, 24 febbraio 1979]</ref>; la condanna per associazione sovversiva è confermata al processo di secondo grado ([[1981]]). In seguito alla riapertura del processo per l'annullamento della sentenza di Catanzaro da parte della Cassazione, viene assolto dalla Corte d'assise d'appello di Bari per insufficienza di prove (1985) e infine assolto anche nel gennaio [[1987]] dalla Cassazione<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0006/articleid,0969_01_1987_0023_0006_23502206/ ''Piazza Fontana, colpevoli ignoti'', La Stampa, 28 gennaio 1987]</ref>.