Omozigosi: differenze tra le versioni

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L'omozigosi è stata spiegata da [[Johann Gregor Mendel]] (1822-1884), monaco boemo, (monastero di Brno, fu il primo a studiare scientificamente l'ereditarietà biologica. Fino alla fine dell’800 a causa del prevalere delle ideologie filosofico-naturalistiche (unitarietà e continuità della natura) Mendel rimase incompreso, verso la fine del secolo però queste concezioni furono screditate e sormontate dall'affermarsi in Chimica della teoria Atomica e dalle teorie Darwiniane ne” L’origine delle Specie”. Al monaco si deve la comparsa di un nuovo metodo di approccio per lo studio della la genetica in cui si applica per la prima volta il calcolo statistico-matematico della probabilità allo studio dei meccanismi di ereditarietà.
Secondo Mendel ogni individuo ha caratteristiche uniche come il colore degli occhi, dei capelli, la forma del naso, tutti questi caratteri sono ereditati ed ereditabili cioè trasmessi biologicamente di generazione in generazione attraverso le informazioni contenute nei geni.
Mendel formulò i [[Gregor Mendel|3]]tre principi fondamentali dell'ereditarietà
 
* • [[Legge dell'assortimento indipendente|La legge dell'assortimento indipendente]]
* [[Legge dell'assortimento indipendente|La legge delladell'assortimento segregazioneindipendente]]
* [[Legge dell'assortimento indipendente|La legge dell'assortimentodella indipendentesegregazione]]
* La legge dell’uniformità degli ibridi
 
Alla base degli studi e delle ricerche svolte dal monaco c’era un’idea innovativa secondo cui il fenomeno dell’ereditarietà è attribuibile a fattori particellari specifici presenti in entrambi i genitori. Tale idea risultava essere alquanto azzardata a quel tempo Solamente nel 1903 ai caratteri ipotizzati dal monaco venne attribuito il nome di geni.
Le teorie dell’ereditarietà proposte dagli studi di Mendel, valide tutt’oggi, si basano sull’osservazione e lo studio delle piante di pisello (tramite incroci).
Egli pianificò i suoi esperimenti per individuare solamente differenze ereditarie nette studiando i discendenti non solo della prima generazione e della seconda, ma anche delle successive.
 
Dai vari esperimenti Mendel formulò le leggi precedentemente citate:
 
- Legge della dominanza: incrociando tra loro due individui di linea pura, uno omozigote dominante YY e uno omozigote recessivo yy, entrambi per lo stesso gene, si ottengono nella prima generazione filiale, F1, solo individui che manifestano fenotipo dominante mentre quello recessivo rimane nascosto.
- * Legge della dominanza: incrociando tra loro due individui di linea pura, uno omozigote dominante YY e uno omozigote recessivo yy, entrambi per lo stesso gene, si ottengono nella prima generazione filiale, F1, solo individui che manifestano fenotipo dominante mentre quello recessivo rimane nascosto.

* Legge della segregazione: nella seconda generazione filiale, F2, riappariva il fenotipo scomparso nella generazione precedente. Mendel chiamò il carattere determinante questo fenotipo recessivo. La F2 era composta da fenotipi sia dominanti che recessivi, legati dal rapporto 3:1. Ciò si spiegava ammettendo che i due fenotipi fossero determinati da fattori separati. Questi fattori, detti alleli, si trovavano nelle piante F1 in coppie: un allele è ereditato dal padre e l'altro dalla madre.
La F1, dovendo avere entrambi i caratteri, è stata chiamata eterozigote e manifesta nel suo fenotipo solo l'allele dominante.