Milan Kučan: differenze tra le versioni

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Nel [[1990]], soprattutto grazie alla grande popolarità personale, fu eletto alla Presidenza della Repubblica, nonostante il [[Socialdemocratici (Slovenia)|suo partito]] avesse perso le elezione legislative a favore della [[Opposizione Democratica della Slovenia|Coalizione DEMOS]], formata da partiti anticomunisti. Consapevole di non aver alcun margine di mediazione con Milošević, che puntava alla creazione di uno stato centralista a guida serba e al ridimensionamento dell'autonomia delle diverse repubbliche jugoslave, Kučan aderì al progetto d'indipendenza della [[Slovenia]], proposto dalle forze di Governo.
 
Il Paese proclamò l'indipendenza il [[25 giugno]] del [[1991]], dopo che gli sloveni si erano proclamati a favore della sovranità con lo strumento referendario. Collaborò strettamente con il Governo alla guida del Paese nei difficili giorni successivi, quando ci furono scontri armati di piccole dimensioni, durati dal [[25 giugno]] al 6-[[7 luglio]], tra la Difesa Territoriale slovena (che prendeva possesso dei confini con [[Italia]], [[Austria]] e [[Ungheria]]) e l'esercito federale jugoslavo.
 
Fu [[Elezioni presidenziali slovene del 1992|riconfermato con un'ampia maggioranza]] nel [[1992]], vincendo al primo turno le elezioni presidenziali, e [[Elezioni presidenziali slovene del 1997|nuovamente nel 1997]]. Con la sua politica favorì apertamente l'avvicinamento del paese alla [[NATO]] e all'[[Unione Europea]]. Al termine del secondo e ultimo mandato presidenziale, fu sostituito dall'ex primo ministro [[Janez Drnovšek]].