Economia e politica agraria: differenze tra le versioni
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== La politica agraria ==
{{ve3di anche|Politica agraria}}
La [[
A questo filone appartiene lo studio delle politiche [[Unione europea|comunitarie]] che, riducendo la quantità prodotta, come nel caso delle [[quote latte]], o sostenendo la produzione di taluni beni con contributi economici elargiti ai produttori, cercano di governare il settore agricolo con lo scopo di difendere il [[reddito]] degli agricoltori, limitare la [[concorrenza (diritto commerciale)|concorrenza]] straniera e in particolare di molti paesi del [[terzo mondo]] che possono produrre a prezzi bassissimi gli stessi beni, difendere l'ambiente, evitare l'[[abbandono (diritto)|abbandono]] delle terre soprattutto montane.
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Altri temi assai più generali affrontati dalla politica economica riguardano gli effetti dei provvedimenti di politica agraria e delle scelte delle imprese sul reddito, l'occupazione, la bilancia dei pagamenti e la produttività.
=== La politica agraria dell'Unione Europea ===
{{vedi anche|Politica agricola comune}}
La politica agricola è sempre stata un pilastro basilare nel processo di integrazione degli Stati membri della Comunità economica europea. Già il Trattato originale di Roma definiva gli obiettivi della PAC e stabiliva che l'agricoltura andava inclusa nel mercato comune come politica integrata. All'epoca, in una Europa che aveva ancora memoria della fame degli anni di guerra e dell'immediato dopo-guerra, la [[sicurezza alimentare]] costituiva l'obiettivo primario: da qui la tendenza a prezzi agricoli estremamente elevati rispetto al libero mercato internazionale e l'accumularsi di grandi scorte. La ''comunità'' interveniva anche corrispondendo la differenza di prezzo per le quantità esportate fuori ''Europa''.
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