Assurdo: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|il metodo di dimostrazione filosofica e matematica basato sull'assurdo|[[Reductio ad absurdum]]}}
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Il termine '''assurdo''' (dal [[lingua latina|latino]] ''absurdus'', composto dalla particella ''ab'' (da), che indica allontanamento, e una supposta forma [[lingua volgare|volgare]] ''sardus'', da cui deriva l'antico verbo ''sardare'', (parlare saviamente)<ref>[http://www.etimo.it/?term=assurdo da ''Vocabolario etimologico]</ref>) vuole significare tutto ciò che è contrario alla logica, contraddittorio o che genera un senso di ridicolo.
 
==Storia del concetto==
===Nell'antichità===
L'assurdo è stato oggetto della storia del pensiero in varie forme: con [[Parmenide]] nella [[filosofia del linguaggio]] quando mettevamette in evidenza l'assurdità di certe espressioni linguistiche che pure il senso comune adopera normalmente come sensate. Infatti è logico pensare che nominare una cosa che non abbia realtà sia un assurdo eppure, ad esempio, noi parliamo sia di luce che di buio non riflettendo sul fatto che il buio sia un'assenza di realtà, una mancanza della realtà della luce, quindi un non essere che non esiste e che non può essere pensato mentrepoiché solo l'essere è.
{{Quote|Orbene io ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca che sole sono da pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non sia, e questo è il sentiero della Persuasione (infatti segue la Verità); l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che questo è un sentiero del tutto inaccessibile: infatti non potresti avere cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo... Infatti lo stesso è pensare ed essere. <ref>Parmenide, [[Sulla natura (Parmenide)|''Il poema sulla natura'', o ''Della natura'']]; II, III</ref>}}