Assurdo: differenze tra le versioni

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{{cita pubblicazione |quotes= |cognome=Yan-li |nome=Gong |linkautore= |coautori= |anno=2008 |mese= |titolo=On the Absurdity of Kafka's Works from Transformer |rivista=Journal of Yunyang Teachers College |editore= |città= |volume= |numero= |pagine= |id= |url= |lingua= |accesso= |abstract= }}</ref>, è una trattazione logica dall'esterno dell'assurdo.
 
Nell'opera di [[Jonesco]] e [[Beckett]], invece, l'autore si cala all'interno dell'assurdità, «la riflessione è montata con la forma» <ref>[[Theodor Wiesengrund Adorno]], ''Trying to Understand Endgame'' (Un tentativo di interpretazione di "Finale di partita") [1961], ''The New German Critique'', no. 26, (Spring-Summer 1982) pp.&nbsp;119–50. In ''The Adorno Reader'' ed. Brian O'Connor. Blackwell Publishers. 2000; trad. italiana di Giacomo Manzoni, in Samuel Beckett, ''Teatro completo'', cit., pp.&nbsp;658–94 e in Sergio Colomba (a cura di), ''Le ceneri della commedia'', Bulzoni, Roma 1997, pp.&nbsp;15–56</ref> annullando così ogni tentativo logico di comprensione per cui al lettore non rimane che accettare interamente il [[non-senso]].
 
L'assurdo comico inteso come riferimento artistico del rifiuto del reale e come capacità di "giocare" col linguaggio per creare situazioni surreali paradossali ha trovato corrispondenza in diversi autori come [[Lewis Carroll]] che, pur esperto di logica e matematica <ref>Produzione meno nota di Carrol è, certamente, quella che riguarda la sua passione per la [[logica]] e per la [[matematica]]. Con il suo vero nome fece pubblicare una serie di trattati di logica di cui si ricordano, tra gli altri, ''[[Euclide]] e i suoi rivali moderni'' ([[1879]]), ''Il gioco della logica'' ([[1887]]), ''Che cosa disse [[Paradosso di Achille e la tartaruga|la tartaruga ad Achille]]'' ([[1894]]) e ''La logica simbolica'', pubblicato nel [[1894]].</ref>, con il romanzo ''[[Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò]]'' (1871), fa una parodia della logica divertendosi a capovolgere ogni senso comune della realtà. <ref>{{cita pubblicazione |quotes=no |cognome=Levin |nome=Harry |linkautore= |coautori= |anno=1965 |mese=autunno |titolo=Wonderland Revisited |rivista=The Kenyon Review |editore= |città= |volume=27 |numero=4 |pagine=591-616 |id= |url=http://www.jstor.org/discover/10.2307/4334590?uid=3738296&uid=2&uid=4&sid=47699110334627 |lingua=inglese |accesso= |abstract=x }}</ref>.
Fra gli autori che hanno apertamente dichiarato di considerare ''Alice'' una fonte di ispirazione per le loro opere si possono ricordare [[James Joyce]], e [[Jorge Luis Borges]]
 
In Italia, massimo rappresentante dell'assurdo comico è [[Dario Fo]] il cui «»moralismo, capace di autentica indignazione, è comunque travestito di regola nelle forme del grottesco, del paradosso, dell'assurdo.» <ref>Marina Cappa, Roberto Nepoti, ''Dario Fo'', Gremese Editore, 1997, p.12 </ref>
 
==Note==