Depravazione totale: differenze tra le versioni

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Scrivendo contro il monaco [[Pelagio]] che sosteneva come la natura umana non fosse stata inficiata dalla [[Caduta dell'uomo|Caduta]] e che l'essere umano fosse libera di seguire Dio anche senza il Suo intervento, [[Agostino di Ippona|Agostino]], sviluppa la dottrina del [[peccato originale]] e, sostengono i [[Protestantesimo|protestanti]] pure la dottrina dell'incapacità totale. Le concezioni di Agostino prevalgono in questa controversia e l'insegnamento di [[Pelagio]] è condannato come eretico al [[Concilio di Efeso]] nel [[431]], come pure in una forma moderata conosciuta come [[Semipelagianesimo]] al [[Secondo concilio di Orange]] nel [[529]]. L'idea agostiniana di colpevolezza "originale" o ereditata, non era condivisa da tutti i suoi contemporanei nella parte greca della chiesa, ed ancora non è condivisa dalle [[Chiese ortodosse]] orientali. Inoltre, alcuni protestanti moderni, che generalmente accettano l'insegnamento dei concili ecumenici dei primi cinque secoli (per esempio, i seguaci di [[Charles Finney]], si allineano, ciononostante più con Pelagio che con Agostino quando considerano la natura decaduta dell'essere umano.
 
Il [[Cattolicesimo]] romano critica l'interpretazione protestante di [[Agostino di Ippona|Agostino]] e del [[Concilio di Orange]], affermando che solo il [[Cattolicesimo]] sia stato fedele ai principi insegnati da [[Agostino di Ippona|Agostino]] contro i [[Pelagianesimo|pelagiani]] ed i semi-pelagiani, sebbene essi ammettano che gradualmente abbiano mitigato la forza del suo insegnamento. La sua dottrina, secondo il [[Catechismo della Chiesa Cattolica]] [http://www.intratext.com/IXT/ITA0014/_INDEX.HTM insegna] che ''"Per il suo peccato, Adamo, in quanto primo uomo, ha perso la santità e la giustizia originali che aveva ricevute da Dio non soltanto per sé, ma per tutti gli esseri umani (416) Adamo ed Eva alla loro discendenza hanno trasmesso la natura umana ferita dal loro primo peccato, privata, quindi, della santità e della giustizia originali. Questa privazione è chiamata “peccato originale” (417) In conseguenza del peccato originale, la natura umana è indebolita nelle sue forze, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, e inclinata al peccato (inclinazione che è chiamata “concupiscenza”)"'' (418). Il Cattolicesimo romano, quindi, ammette "un indebolimento" della natura umana, le cui capacità non sarebbero state del tutto pregiudicate. Il [[Concilio di Trento]] (sessione 6, canone 5) condanna la concezione protestante della depravazione totale. Il [[Giansenismo|movimento giansenista]] sosteneva un'interpretazione molto simile a quella di Agostino ed era più vicina a quella calvinista, ma è stata pureanch'essa condannata come eretica.
 
La dottrina della depravazione totale è stata affermata dagli [[Arminianesimo|arminiani]] da [[John Wesley]] e da [[Iacovino Giuseppe]]. Il termine [[Arminianesimo]] è giunto pure ad includere alcuni che sostengono la dottrina semi-pelagiana della depravazione limitata che permette "un'isola di giustizia" nel cuore umano incorrotta dal [[peccato]] e quindi la capacità di accogliere l'offerta di salvezza dell'[[Evangelo]] anche senza una speciale dispensazione della grazia.