Liberalismo moderno negli Stati Uniti d'America: differenze tra le versioni

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Carter non era un liberal ai tempi della presidenza
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Tra i capisaldi del liberalismo americano vi sono la difesa dello [[stato sociale]], l'estensione dell'[[assistenza sanitaria]], l'[[istruzione]], un'[[economia mista]] improntata alle [[economia keynesiana|teorie economiche keynesiane]], la difesa dei [[diritti civili]], i diritti individuali, la [[laicità]] dello Stato e in particolare la possibilità per le donne di [[aborto|abortire]]. Alcuni ''liberal'' sono contrari alla [[pena di morte]] (ad es. [[Mario Cuomo]] e [[Michael Dukakis]]) e anche all'[[ergastolo]].
 
In senso lato la maggioranza dei politici attivi nel Partito Democratico possono essere considerati ''liberal'', tuttavia è bene considerare come questo termine venga associato più che altro alla sinistra del partito. In particolare tre degli ultimi presidenti democratici (quali [[Lyndon B. Johnson]] (liberal in gioventù), [[Jimmy Carter]] (liberal solo dopo la sua presidenza) e [[Bill Clinton]]) sono catalogabili come centristi. Esponenti di spicco dell'ala ''liberal'' del partito sono stati negli anni [[John Fitzgerald Kennedy|John F. Kennedy]] (il quale era però, per molti versi, un moderato [[centrista]], per certi versi più "a destra" di Johnson), [[Robert Kennedy]], [[Hubert Humphrey]], [[Ted Kennedy]], [[Eugene McCarthy]], [[George McGovern]], [[Mike Mansfield]], [[Frank Church]], [[Walter Mondale]], il citato [[Michael Dukakis]] e, più recentemente, [[Al Gore]], [[John Kerry]], [[Hillary Clinton]] e [[Barack Obama]] (questi ultimi quattro però hanno accuratamente evitato di definirsi ''liberal'' in campagna elettorale). Di provata fede ''liberal'' sono poi gli esponenti della sinistra democratica: [[Nancy Pelosi]], [[Dennis Kucinich]], [[Barbara Lee]] e tutti i membri del ''[[Congressional Progressive Caucus]]''.
 
==Note==