Complici del silenzio: differenze tra le versioni

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Nella caserma dove viene rinchiuso il giornalista scopre una realtà di violenze e di soprusi, che subisce anche in prima persona, e naturalmente di morte. Lo zio, ignorando che il figlio è già stato ucciso, chiede aiuto a Pablo, supplicandolo di ritrovare Carlos ed il nipote Maurizio ma ottiene solo risposte vaghe e, dopo che qualunque ricerca è risultata vana, si reca dall'[[Ambasciatore]] italiano e con un grido di disperazione chiede di essere ascoltato, rinfacciandogli tanto la politica italiana che lo ha costretto ad emigrare quanto il silenzio sui cittadini che stanno scomparendo ma anche questo tentativo non ha effetto in quanto l'Italia non intende in alcun modo pregiudicare i propri rapporti con l'Argentina.
 
[[Immagine:El festejo de la Junta.jpg|thumb|left|Il grido di vittoria della giunta militare argentina (da sinistra [[Emilio Eduardo Massera]], [[Jorge Rafael Videla]] ed [[Orlando Ramón Agosti]])]]
Maurizio nel frattempo continua la sua detenzione ed è costretto ad assistere allo stupro di Ana nel frattempo catturata; Pablo si reca da lui e gli garantisce che sarà liberato ma, alla richiesta del giornalista, può solo promettere che la ragazza non sarà uccisa prima della fine della manifestazione ma che non risponderà di quanto accadrà in seguito.
Il campionato del mondo si chiude con la vittoria dell'Argentina e, mentre la madre di Carlos indossa il fazzoletto bianco, simbolo delle ''[[madri di Plaza de Mayo]]'', madri e parenti dei ''[[desaparecidos]]'' argentini, durante la festa che si sta consumando nelle strade, il padre si lancia con una [[ruspa]] contro il cancello della caserma dove sono stati rinchiusi il figlio ed il nipote venendo ucciso dai soldati di guardia.