Proskýnesis: differenze tra le versioni

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Aggiunto testo originale Erodoto
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[[File:Persepolis - Royal audience low-relief.jpg|thumb|right|350px|Sovrano [[Persia|persiano]] (al centro) e un suddito del Gran Re mentre effettua la ''proskýnesis'' (a destra). Secondo un'altra lettura si tratterebbe invece di un'udienza concessa a un alleato che, infatti, non si genuflette.]]
La '''''proskýnesis''''' ([[Lingua greca antica|greco]] προσκύνησις, da προσκυνέω, letteralmente: “portar la mano alla bocca inviando riverente bacio”<ref>[[Lorenzo Rocci]], ''Vocabolario greco-italiano'', Milano, Dante Alighieri, 1943, ''ad nomen''</ref>), termine anche italianizzato con le assai poco comuni espressioni di '''proscinèsi''' o '''proscinèma'''<ref>Vedi alla voce [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Vocabolario_online/P/VIT_III_P_085667.xml «proscinèma, proscinèṡi.»] dal ''[[Vocabolario Treccani]]'' online dell'[[Istituto dell'Enciclopedia italiana]].</ref>, era l'atto tradizionale [[Assiria|assiro]], e poi [[Persia|persiano]], di riverenza al cospetto di una persona di rango sociale più elevato, e consisteva nel portare «una mano, usualmente la destra, alle labbra e [baciare] la punta delle proprie dita, forse soffiando il bacio» verso la persona oggetto di riverenza, «sebbene quest'ultimo particolare sia noto per certo solamente nella società romana»<ref name="LF1">Lane Fox, pagp. 329</ref>.
 
Secondo altri studiosi, invece, al di là dell'etimologia originale di προσκυνεῖv, indubbiamente connessa con il gesto di inviare il bacio con la mano, nella letteratura della Grecia classica tale verbo fu in effetti usato unicamente per significare il gesto della genuflessione, ciò che determinerebbe l'identificazione sostanziale tra ''proskýnesis'' e [[prosternazione]]<ref>Cfr. Marti, p. 272</ref>.
 
== Le origini ==
 
Già [[Erodoto]] si era a suo tempo dilungato sull'usanza persiana, con queste parole: «Quando i Persiani si trovano per la strada, si può capire, nel modo che segue, se le persone che si incontrano sono dello stesso livello sociale. Se sono pari, si baciano sulla bocca senza pronunciare una sola parola di saluto; se uno è leggermente inferiore all'altro, egli è il solo a baciare l'altro sulla guancia; se invece è di gran lunga inferiore, si inchina e tributa la ''proskýnesis'' al suo superiore»<ref>Storie, I, 134. La traduzione riportata è quella data dall'edizione italiana del testo di Robin Lane Fox (p. 329). Secondo il ''Vocabolario greco-italiano'' di Lorenzo Rocci, peraltro, la traduzione corretta dell'ultimo periodo (molto più in sintonia con le tesi dei sostenitori dell'assimilazione tra ''proskýnesis'' e "prosternazione") è la seguente: "''si prostra e adora (fa ossequio a) l'altro''" (lemma: ''προσκυνέω''). Si riporta comunque qui di seguito anche l'intero testo originale in greco: <br>«ἐντυγχάνοντες δ᾽ ἀλλήλοισι ἐν τῇσι ὁδοῖσι, τῷδε ἄν τις διαγνοίη εἰ ὅμοιοί εἰσὶ οἱ συντυγχάνοντες· ἀντὶ γὰρ τοῦ προσαγορεύειν ἀλλήλους φιλέουσι τοῖσι στόμασι· ἢν δὲ ᾖ οὕτερος ὑποδεέστερος ὀλίγῳ, τὰς παρειὰς φιλέονται· ἢν δὲ πολλῷ ᾖ οὕτερος ἀγεννέστερος, προσπίπτων προσκυνέει τὸν ἕτερον».</ref>. Come si vede, secondo Lane Fox, originariamente la proscinèsi non prevedeva alcuna forma di [[prosternazione]] nei confronti del superiore, foss'anche il Gran Re in persona, ma solo, probabilmente, forme incrementali di inchino, proporzionali alla distanza sociale intercorrente tra i due soggetti. Essa insomma poteva essere eseguita, a seconda dei casi, con il corpo eretto, chinato o prosternato<ref name="LF1">Lane Fox, pagp. 329</ref>.
 
Dall'Oriente la ''proskýnesis'' passò alla [[Antica Grecia|società greca antica]] che le dette appunto questo nome, ma rimase limitata al culto degli dei: agli occhi dei Greci, procedere alla ''proskýnesis'' nei confronti di un mortale, appariva una pratica totalmente barbarica e vergognosa, e comunque contraria all'idea greca di libertà. «Si sa che gli ambasciatori greci alla corte persiana assunsero in più occasioni un atteggiamento … provocatorio; uno [preferì] spedire una lettera al sovrano piuttosto che tributargli la proskynesis, un altro [lasciò] cadere l'anello con il suo sigillo, in modo da potersi chinare a raccoglierlo e apparire rispettoso grazie a questo movimento, benché in esso andasse perso il vero gesto del bacio… Ciò nonostante, Greci come [[Temistocle]] e [[Alcibiade]] [furono] abbastanza ragionevoli per comportarsi come i Persiani quando si trovavano in Persia»<ref>Lane Fox, pp. 329-330</ref>.
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== La ''proskýnesis'' nell'impero di Alessandro Magno ==
 
[[Alessandro Magno]] si trovò di fronte al problema della ''proskýnesis'', nella sua azione di assimilazione e di integrazione della cultura greca con quelle orientali: essa gli veniva senz'altro tributata dai suoi nuovi sudditi orientali e, se essi «vedevano i [[Regno di Macedonia|Macedoni]] salutare il re senza prima rendergli omaggio, potevano cominciare a dubitare che egli fosse un vero re; questa credenza sarebbe cominciata dai servi, ma si sarebbe rapidamente diffusa ovunque»<ref>Lane Fox, p. 330</ref>. Alessandro ritenne quindi di effettuare un tentativo per estenderne l'uso anche ai suoi sudditi greci, cogliendo l'occasione di un banchetto, forse organizzato allo scopo dal fido [[Efestione]], verso il 327 a.C., prima di intraprendere la spedizione in [[India]]. Secondo il racconto di [[Arriano]], riportato da Lane Fox, al termine del banchetto, in accordo con l'uso greco, tutti gli ospiti bevvero, uno alla volta, dalla stessa coppa d'oro colma di vino, e poi gli ospiti orientali «resero ad Alessandro la proskynesis, baciando la propria mano e forse inchinandosi leggermente come i funzionari persiani … Dopo questo gesto, si accostarono alla tavola reale e scambiarono un bacio con Alessandro … Questa piccola e modesta cerimonia fece il giro di tutti gli ospiti, ciascuno bevve, baciò la propria mano e in cambio fu baciato dal re… »<ref name="LF2">Lane Fox, pagp. 332</ref>, finché si arrivò a [[Callistene]], storico ufficiale della spedizione e cugino di [[Aristotele]]. Questi, benché di solito tutt'altro che alieno dal servilismo, «bevve dalla coppa, ma ignorò la proskynesis e mosse dritto verso Alessandro, aspettandosi di ricevere da lui il giusto bacio. Ma … poiché Callistene non si era conformato al comportamento degli altri, Alessandro rifiutò di baciarlo» <ref name="LF2">Lane Fox, p. 332</ref>. Sempre secondo Arriano, Callistene replicò coraggiosamente: «Molto bene, me ne vado più povero di un bacio»<ref>Arriano, IV, 12.5, citato da Lane Fox, p. 332. Callistene morì, probabilmente giustiziato, pochi mesi più tardi in esito alla cosiddetta congiura dei paggi (cfr.[[Alessandro Magno#Ostilità contro Alessandro|Ostilità contro Alessandro]])</ref>.
 
Viste le resistenze, non pare che Alessandro riuscisse ad imporre il cerimoniale della ''proskýnesis'' ai suoi sudditi occidentali.
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* [[Erodoto]], ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]''
*{{en}} Robin Lane Fox (1973). ''Alexander the Great''. London: Allen Lane. ISBN 0-14-102076-8 [edizione citata, in italiano: ''Alessandro Magno'' (traduzione di Guido Paduano), Torino, Einaudi, 2004, ISBN 978-88-06-19696-7]
*{{en}} Berthe M. Marti, ''Proskynesis and Adorare'', «Language», 12, 1936, pp. 272-282
* Josef Wiesehöfer, "Denn ihr huldigt nicht einem Menschen als eurem Herrscher, sondern nur den Göttern". Bemerkungen zur Proskynese in Iran", in: C. G. Cereti / M. Maggi / E. Provasi (Hgg.), ''Religious Themes and Texts of Pre-Islamic Iran and Central Asia. Studies in Honour of [[Gherardo Gnoli|Gh. Gnoli]] on the Occasion of his 65th Birthday on 6th December 2002'', Wiesbaden 2003, S. 447-452.