Farina di castagne: differenze tra le versioni

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La '''farina di castagne''', detta anche '''farina dolce''' è il prodotto dell'essiccatura e della successiva macinatura delle [[castagna|castagne]].
 
Si presenta con un colore nocciola e con sapore dolce e si produce principalmente nelle zone di montagna dai 450 metri ai 900, dove ha modo di crescere la pianta del [[castagno]] domestico e dove nel tempo si sono stabilite le strutture abilitate alla sua produzione (in particolare sull'[[Appennino]] e alcune zone di quello centrale e dell'[[Appennino calabro]]). In passato era un'importante fonte di sussistenza, per molte di queste zone montuose, visto l'alto contenuto calorico. Tutto l'[[appenninoAppennino ligure]], [[Appennino tosco-emiliano|tosco-emiliano]] e [[appenninoAppennino tosco-romagnolo|tosco-romagnolo]], che della farina di castagne fece in passato la principale fonte di sostentamento, è stato caratterizzato dalla cosiddetta civiltà del Castagno.<ref> Per uno studio approfondito per l'importanza della cultura del castagno nell'Appennino vedi: Antonio Saltini, ''La valle di Ospitale: un'isola di economia naturale a metà del Novecento'', in ''Villaggi, boschi e campi dell'Appennino dal Medioevo all'Età contemporanea'', Gruppo di studi Alta Valle del Reno, Soc. Pistoiese di Storia Patria, Porretta Terme 1997</ref>
La castagna introdotta già ai tempi di [[San Benedetto]] fu intensamente coltivata a causa delle carestie e della peste in Toscana nel 1300 che portarono la popolazione a spostarsi in cerca di mezzi di sostentamento verso le colline.