Punzone (tipografia): differenze tra le versioni

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Versione delle 16:56, 19 ago 2012

Il punzone tipografico è un parallelepipedo in acciaio, sulla cui testa è inciso in rilievo e a rovescio un segno tipografico (lettera, numero, punteggiatura, ecc...), usato per imprimere le matrici di rame che fungono da stampo per la realizzazione dei caratteri mobili, mediante colatura della lega tipografica in una forma.

La realizzazione di un punzone prevede le seguenti lavorazioni.

Da una stecca in acciaio opportunamente riscaldata con sezione quadrata o rettangolare si tagliano dei blocchetti di dimensioni proporzionate al segno da raffigurare. Si arrotonda un'estremità dei blocchetti, deputata ad ospitare il segno e detta "testa", mentre l'altra è spianata con una lima in modo che risulti esattamente ortogonale all'asse del blocchetto. Con la lima si lisciano anche le facce laterali e su una di queste è inciso un segno, che indica l'orientamento del punzone e del segno da realizzare.

Il blocchetto è scaldato sul fuoco, per renderlo lavorabile, ed è chiuso in un tasso con due viti, in modo che la faccia piana rivolta verso l'alto. Le lettere sono composte da parti "bianche", concave, e "nere", in rilievo. Per tracciare le prime si utilizza un contropunzone, punzone che reca in rilievo e a rovescio le sole parti bianche della lettera, che è battuto con una mazza sul punzone in modo che questo ne riceva l'impronta.

Tolto il punzone dal tasso lo si inserisce in una morsa, detta "caviglia". La testa è inizialmente "sgrossata" con una lima e successivamente rifinita con un bulino in acciaio, finché i tratti della lettera o del segno non sono dettagliati con precisione.

Il punzone infine è sottoposto a tempra, che rende il metallo duro e resistente, e rinvenimento, procedimento che fornisce duttilità al metallo in modo che non si fessuri e sfaldi durante l'utilizzo.

Bibliografia

  • A. De Pasquale, La fucina dei caratteri di Giambattista BODONI, Parma: Monte Università Parma Editore, 2010.

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