Miro (Suebo): differenze tra le versioni

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Nel [[573]], Leovigildo era arrivato ai confini del [[regno suebo di Galizia|regno degli Svevi]], dopo aver conquistato la provincia di [[Braganza]] e la valle del [[Sabor (fiume)|fiume Sabor]], nella [[provincia di Zamora]] e tra il [[573]] ed il [[574]], spingendo gli Svevi verso il nord, avanzò nella valle del fiume [[Duero]], fondando la città di ''Villa Gothorum'' (ora [[Toro (Spagna)|Toro]]). Si rivolse, quindi, contro la Cantabria, dove conquistò [[Astorga (Spagna)|Astorga]], il cui controllo oltre al controllo di Toro gli permise, nel [[575]] di invadere la Galizia. Miro, dopo aver perso [[Ourense]] e tutto il sud est, con le città di [[Porto]] e [[Braga]] sotto assedio, si sottomise e chiese la pace ([[578]]), ottenendo una breve tregua.
 
Nel [[581]], [[Ermenegildo (re dei Visigoti)|Ermenegildo]], governatore della [[Betica]], e figlio del re dei visigoti, Leovigildo, si ribellò al padre, accettando la corona offertagli dai ribelli sivigliani. La contrapposizione tra padre e figlio era dovuta soprattutto a motivi di appartenenza religiosa: Leovigildo era [[arianesimo|ariano]], mentre Ermenegildo, dopo il matrimonio([[579]]) con la principessa dei [[Franchi]] [[Ingunda (regina visigota)|Ingunda]], si era convertito al [[cattolicesimo]]; Miro, quando, nel [[583]], seppe che i sostenitori di Ermenegildo erano asserragliati a [[Siviglia]], assediata da Leovigildo, decise di correre in loro soccorso; ma, prima di poter giungere a Siviglia e portare il suo aiuto, fu affrontato da Leovigildo che lo attaccò e lo respinse, facendolo rientrare nei suoi possedimenti.
 
Miro, ottenuta un'altra tregua da Leovigildo, rientrato nel suo regno, dopo poco, sempre nel [[583]], morì. Gli successe il figlio Eborico.