José Miguel Gómez: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseNascita = 6 luglio
|AnnoNascita = 1858
|LuogoMorte = New York City
|GiornoMeseMorte = 13 giugno
|AnnoMorte = 1921
|Epoca = 1900
|Attività = presidentemilitare
|Attività2 = politico
|Nazionalità = cubano
|Immagine =
|Categorie = no
}}
 
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==La soppressione del movimento del ''Partido Independiente de Color''==
La minaccia più grave alla stabilità del governo Gòmez fu rappresentata dal movimento di protesta del ''Partido Independiente de Color'', organizzazione politica fondata da [[Evaristo Estenoz Corominas]] il [[1 agosto]] [[1908]] con lo scopo di combattere la discriminazione razziale contro gli schiavi affrancati durante la guerra indipendentista e contro i meticci. Il [[25 febbraio]] [[1912]] una folta delegazione del movimento, capitanata dal loro fondatore, si presentò al cospetto del Presidente Gòmez rivendicando un'istanza per far approvare un emendamento da parte della Camera dei Rappresentanti e del Senato affinché si stabilisse la possibilità che un partito politico potesse identificarsi per colore della pelle o per altre categorie razziali e che potesse quindi perseguire espressamente delle politiche a sfonfo razziale. A tali istanze il Presidente Gòmez obiettò che si trattava di una procedura appannaggio del parlamento e si rifiutà di impegnarsi a tale scopo. Il [[23 aprile]] di quello stesso anno il Tribunale Supremo cubano definì illegale e sediziosa l'attività propagandistica del ''Partido Independiente de Color'', scatenando violente proteste.
Alle forze dell'ordine fu indicato di arrestare tutti i rappresentanti più importanti del movimento e il [[3 maggio]] [[1908]] venne approvata la cosiddetta ''Ley Morùa'', ideata dal moderato Martin Morùa Delgado, il più importante rappresentante del movimento afro-cubano all'interno del governo Gòmez, secondo la quale dovesse essere considerato illegale qualsiasi movimento o partito politico a sfondo razziale<ref>Alejandro de la Fuente, ''A Nation for All'', University of North Carolina Press, 2001, pagg. 71-73</ref>. Male organizzati ed armati e concentrati in gran parte nel versante occidentale dell'isola, il movimento degli ''independentistas'' subirono una reressione violenta e a tratti sanguinosa e provocò almeno 2.000 vittime, facendo affondare per sempre l'ideale dell'uguaglianza razziale che era stato uno dei capisaldi del movimento indipendentista. Il [[31 maggio]] [[1912]], gli Stati Uniti, temendo rappresaglie contro le piantagioni di zucchero e sul resto delle proprietà americane sull'isola, inviarono la nave da guerra ''[[USS Nebraska (BB-14)|USS Nebraska]]''<ref>Clifford L. Staten, ''The History of Cuba'', Palgrave Mc Millan, 2005, p. 49</ref>, facendo sbarcare i suoi marines presso il piccolo villaggio di [[Daiquirì]] a circa 14 kilometri da [[Santiago dedi Cuba]].
 
==La sconfitta elettorale e l'arresto==
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Beneficiando di un'[[amnistia]] il [[18 marzo]] [[1918]] riguadagnò la libertà, aspirando alla candidatura per la presidenza nelle elezioni del [[1921]], dove però venne sconfitto dal suo antico alleato-avversario [[Alfredo Zayas]]. Amareggiato per la sconfitta si ritirò dalla vita politica del suo paese e si trasferì negli Stati Uniti, dove morì di [[polmonite]] mentre era ospite del [[Plaza Hotel]] di [[New York City|New York]].
 
== Altri progetti ==
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==Note==
<references/>
 
==Fonti bibliograficheBibliografia ==
*Emeterio Santiago Santovenia, ''José Miguel Gómez: contribución biográfica a la conmemoración del primer centenario de su nacimiento'', Imp. El Siglo XX, 1958.
*William Belmont Parker, ''Cubans of to-day'', G. P. Putnam's sons, 1919
*Enrique Bargarrosa, ''El proceso de la República; analisis de la situacion politica y economica de Cuba bajo el gobierno presidencial de Tomas Estrada Palma y Jose Miguel Gomez, con datos e informaciones estadisticas'', Imp. militar de A. Perez Sierra, 1911
*Alejandro de la Fuente, ''A Nation for All'', University of North Carolina Press, 2001.
 
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[[Categoria:Politici cubani|Gómez y Gómez, José Miguel]]