Battaglia di Ascalona (1153): differenze tra le versioni

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Nel 1149 Nur ad-Din sconfisse il [[Principato di Antiochia]] nella Battaglia Inab e anche se non riuscì ad avanzare oltre, ormai risultò chiaro che i Regni Latini non erano più in grado di di avanzare oltre in Siria e che bisognava considerare un nuovo fronte per potersi espandere: restava di conseguenza solo l'Egitto.
 
Intorno al 1150 [[Baldovino III di Gerusalemme]] ricostruì la città di [[Gaza]], 10 miglia a sud est di Ascalona, consegnandola poi ai [[Cavalieri Templari]] al fine di bloccare ogni movimento della guarnigione della città e di Isolarla dall'Egitto. <ref>"I Templari", Alain Demuger Garzanti Editore</ref>
 
Poco dopo a Gaza si aggiunsero le fortezze di [[Ibelin (castello)]], 20 Km&nbsp;km a nord est della città, Garde Blanche a circa 15 &nbsp;km nord-est e Gibelin ([[Bait Jibrin]]) a circa 19 miglia est e [[Montgisard]] nei pressi di Ramla.
 
I lavori ,tuttavia, furono interrotti allo scoppio della guerra civile tra il Re [[Baldovino III di Gerusalemme|Baldovino III ]] e la madre [[Melisenda di Gerusalemme | regina Melisenda]] la quale desiderava mantenere la reggenza sebbene il figlio fosse già da 6 anni maggiorenne.
 
Il re riuscì a prevalere e un compromesso raggiunto con la regina madre riportò l'unità nel regno.
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Incoraggiato dalla vittoria,nel 1153, Baldovino III per consolidare la propria posizione, decise di assalire Ascalona per porre fine alle incursioni nemiche e per poter consolidare il confine.
 
Nel Gennaiogennaio dello stesso anno, accompagnato dal Patriarca di Gerusalemme con la reliquia della Vera Croce, insieme a [[Raymond du Puy de Provence]] e [[Bernard de Tremelay]], rispettivamente maestri dei [[Cavalieri Ospitalieri |Cavalieri Ospitalieri ]] e Templari e da tutti gli altri grandi baroni del regno, tra cui [[Ugo di Ibelin]],[[Umfredo II di Toron]], [[Reginaldo di Chatillon]] e con l'ausilio anche di 15 galee, sotto il comando di Gerardo di [[Signoria di Sidone|Sidone]]<ref>{{Cita|Bordonove|p. 215|Bordonove}}</ref>.
 
 
Nonostante il supporto di Torri d'Assedio, la battaglia infuriò aspra per 5 mesi dal momento che Ascalona era vasta e praticamente impenetrabile, colma di provviste e con una guarnigione numerosa.
 
Inoltre, nel mese di maggio, la flotta egiziana arrivò per rifornire la città senza che la piccola flotta di [[Gerardo de Grenier|Gerardo di Sidone]] riuscisse ad ostacolarli<ref>{{Cita|Michaud|p. 255|Michaud}}</ref>.
 
Solo ad Agostoagosto le sorti dell'assedio cominciarono a volgere a favore dei Crociati quando il assediati di incendiare una delle torri d'assedio provocò un grave incendio all'interno della città e creò una breccia nelle mura.
 
Secondo [[Guglielmo di Tiro]], i cavalieri dell'Ordine dei Templari si precipitarono, senza attendere gli ordini del re, attraverso la breccia, mentre [[Bernard de Tremelay]], il Maestro del Tempio, impediva agli altri crociati di seguirli per evitare di dover dividere con loro il bottino e che per questo motivo, isolati dal grosso, furono uccisi dalla guarnigione della città. I loro corpi furono, secondo Guglielmo di Tiro, esposti sui bastioni e le loro teste inviate al califfo al Cairo.
 
Un cronista di Damasco invece si limitò a menzionare che il crollo del muro fu precursore della caduta della città e come altre fonti cristiane non menziona l'incidente dei templari; risulta probabile che quindi la versione di Guglielmo di Tiro sia viziata dall'avversione nei confronti dell'Ordine dei Templari.
 
Tre giorni dopo, nonostante segnali di stanchezza nell'armata crociata, il re ordinò un nuovo attacco e il 19 agosto, dopo aspri combattimenti, la guarnigione si arrese consegnando la città il 22 Agostoagosto con l'accordo che i superstiti e la popolazione fosse libera di lasciare la città.
 
== Conclusione ==
 
Ascalona fu trasformata in una [[diocesi]] direttamente sotto il [[Patriarca Latino di Gerusalemme | Patriarca di Gerusalemme]] mentre la città fu aggiunta alla Contea di Jaffa, già sotto il controllo del fratello del Re, [[Amalrico I di Gerusalemme]] il quale, asceso al trono alla morte del fratello nel 1162 intraprese dalla città una serie di campagne per conquistare l' Egitto non riuscendo però nell'intento.
 
== FontiBibliografia ==
*'' La Cronaca di Damasco dei crociati, estratto e tradotto dal Cronaca di [[Ibn al-Qalanisi]]''. Pubblicato e tradotto da H. A. R. Gibb. London, 1932.
* [[Guglielmo di Tiro]]. '' A History of Deeds Done Beyond the Sea''. Pubblicato e tradotto da EA Babcock e AC Krey. [[Columbia University Press]], 1943.
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