Innamoramento: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
spaziature
Melchisedec (discussione | contributi)
→‎Studi neurofisiolofici: Spostato il paragrafo Su Jean Didier Vincent a fine sezione per fluidità di discorso (da generico a specifico)
Riga 39:
 
==Studi neurofisiolofici==
Gli studi neurofisiologici <ref> Frank Tallis, Pazzi d'amore, Il Saggiatore, 2006, Milano </ref> hanno confermato che nelle prime fasi del processo amoroso vi sono esperienze particolari e quindi si giustifica una espressione come innamoramento. Le ricerche inoltre hanno cercato di spiegare ciascuna di queste esperienze con particolari [[neurotrasmettitori]]. Così secondo alcuni al primo incontro, il mesencefalo, l'area cerebrale che controlla i riflessi visivi e uditivi, inizia a rilasciare [[dopamina]] neurotrasmettitore le che produce piacere ed euforia. L'ipotalamo invece comanda al corpo di inviare segnali di attrazione e di piacere. Col proseguire del rapporto i livelli di dopamina aumentano crescono i livelli d'altri due neurotrasmettitori legati alla dopamina: come la [[noradrenalina]] e la [[feniletilamina]]. Via via che il rapporto si approfondisce, l'ipotalamo stimola la produzione dell’[[ossitocina]] che stimola sentimenti di tenerezza e calore. Un altro ormone, la [[vasopressina]] collegato alla memoria, spinge alla fedeltà e alla monogamia. Dopo un periodo che oscilla dai 18 ai 30 mesi dall'inizio della relazione, però il cervello si è assuefatto al cocktail di sostanze chimiche e non reagisce più come prima. E quindi possiamo considerare finita la fase dell'innamoramento.</br></br>
Secondo il neuro-fisiologo [[Jean Didier Vincent]] <ref> Jean Didier Vincent Biologia delle passioni, Einaudi, 1988, Torino, p.. 87 </ref> "Accanto al cervello neuronico... esiste un vero e proprio cervello umorale che modifica continuamente e in tutte le sue strutture il funzionamento del primo...; un cervello indeterminato e vaporoso, responsabile della parte affettiva e passionale dell'individuo". Il cervello, capace di secernere neuro-ormoni specifici, genera uno stato di desiderio fluttuante incessante, in grado di motivare tanto il desiderio immediato quanto l'azione passionale programmatica, quindi l'innamoramento.
 
Gli studi neurofisiologici <ref> Frank Tallis, Pazzi d'amore, Il Saggiatore, 2006, Milano </ref> hanno confermato che nelle prime fasi del processo amoroso vi sono esperienze particolari e quindi si giustifica una espressione come innamoramento. Le ricerche inoltre hanno cercato di spiegare ciascuna di queste esperienze con particolari [[neurotrasmettitori]]. Così secondo alcuni al primo incontro, il mesencefalo, l'area cerebrale che controlla i riflessi visivi e uditivi, inizia a rilasciare [[dopamina]] neurotrasmettitore le che produce piacere ed euforia. L'ipotalamo invece comanda al corpo di inviare segnali di attrazione e di piacere. Col proseguire del rapporto i livelli di dopamina aumentano crescono i livelli d'altri due neurotrasmettitori legati alla dopamina: come la [[noradrenalina]] e la [[feniletilamina]]. Via via che il rapporto si approfondisce, l'ipotalamo stimola la produzione dell’[[ossitocina]] che stimola sentimenti di tenerezza e calore. Un altro ormone, la [[vasopressina]] collegato alla memoria, spinge alla fedeltà e alla monogamia. Dopo un periodo che oscilla dai 18 ai 30 mesi dall'inizio della relazione, però il cervello si è assuefatto al cocktail di sostanze chimiche e non reagisce più come prima. E quindi possiamo considerare finita la fase dell'innamoramento.
 
==Studi sociologici==