Kirbogha: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m fix link
m ortografia
Riga 23:
 
{{vedi anche|assedio di Antiochia (1098)}}
Nella primavera del [[1098]], il governatore della città di [[Antiochia]] (assediata dall'esercito [[crociato]]), il [[selgiuchide]] [[Yaghisiyan]], dopo aver invano chiesto soccorso ai sultani di [[Aleppo]], [[Ridwan|Ridwān]], e [[Damasco]], [[Duqaq|Duqāq]]<ref>I due sultani, [[Ridwan|Ridwān]] di [[Aleppo]] e [[Duqaq|Duqāq]] di [[Damasco]], erano fratelli, figli del sultano di Siria, [[Tutush I]], ma erano acerrimi nemici e si combatterono per tutta la vita.</ref>, decise di rivolgersi all'Atabeg più potente della Siria, all'[[Atabeg]] di [[Mossul]]<ref>Anche se Mossul distava 15 giorni di marcia, la notizia che alla fine di aprile l'armata si era messa in marcia da Mossul verso AntochiaAntiochia dette una nuova speranza ai difensori, mentre gettò nello sconforto i [[Crociato|crociati]], che dopo sei mesi di assedio erano indeboliti e con scarse provviste alimentari.</ref>, Kerboga. Questi, con l'approvazione del [[califfo]] di [[Bagdad]], [[Al-Mustazhir]], ed il sultano dei selgiuchidi, Barkiyaruq, organizzò una grande armata [[musulmana]]<ref>Il cronista dell'epoca, [[Alberto di Aquisgrana]], nella cronaca della [[prima crociata]] valutò la forza dell'armata [[musulmana]] in 12000 uomini.</ref>, per liberare [[Antiochia]] dall'assedio dei crociati. Kerboga si mise in marcia per Antiochia alla fine di aprile, però era preoccupato per il fatto che nel mese di marzo un gruppo di Crociati si era impadronito della città [[armena]] di Edessa, che si trovava sul percorso da Mossul ad Antiochia<ref>[[Baldovino I di Gerusalemme|Baldovino di Buglione]] si era fatto nominare erede dal signore della città di [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]], [[Thoros di Edessa|Thoros]], che pochi giorni dopo era stato linciato dalla folla, senza che il figlio adottivo intervenisse.</ref>. Pertanto Kerboga decise di attaccare Edessa per non trovarsi preso tra due eserciti cristiani, uno ad Antiochia ed uno a Edessa. I suoi emiri erano contrari, perché i crociati di Edessa erano solo tremila ed ogni giorno di ritardo avrebbe potuto essere fatale per Antiochia. Kerboga però mise l'assedio a Edessa e solo dopo tre settimane capì che la città era imprendibile in pochi giorni, e quindi solo allora, verso la fine di maggio, decise di riprendere l'avanzata verso Antiochia, con una marcia a tappe forzate.
 
I difensori di Antiochia, non vedendo arrivare a metà maggio gli aiuti sperati, comincarono a disperare di salvarsi, mentre nello stesso mese di maggio ai capi crociati era giunta voce che l'armata musulmana di Kerboga si stava dirigendo verso Antiochia, per cui un certo numero di crociati, ritenendo la loro situazione molto debole<ref>I crociati avevano impiegato oltre sei mesi a portare a termine l'assedio e i difensori sino ad allora avevano potuto fare entrare in città le derrate alimentari necessarie, mentre con delle sortite riuscivano anche a intercettare i convogli che le portavano ai crociati. La prospettiva ora era quella di venire accerchiati.</ref> e dando per scontata la sconfitta contro l'armata di Kerboga, tra la fine di maggio ed i primi di giugno disertò<ref>Tra coloro che disertarono vi fu anche [[Stefano II di Blois]], il quale, lasciata Antiochia il 2 giugno, a metà giugno, mentre era sulla strada del ritorno a casa incontrò il [[basileus]] [[Alessio I Comneno]] che arrivava in soccorso dei crociati con le sue truppe, e gli riferì che la situazione era disperata convincendolo a tornarsene a Costantinopoli.</ref>. Ma il 3 giugno i crociati, guidati da [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo d'Altavilla]], che era riuscito a convincere Firuz, un responsabile musulmano<ref>Firuz, secondo lo storico del XII secolo, [[Ibn al-Athir]], era un fabbricante di corazze, addetto alla difesa delle torri, di origine [[armena]] e di religione [[musulmana]], che voleva vendicarsi di [[Yaghisiyan]] perché lo aveva accusato di praticare il mercato nero e quindi gli aveva inflitto una pesanre ammenda.</ref> di una delle torri (la ''Torre delle due Sorelle'') della città a farli passare da una finestra della torre, erano entrati in [[Antiochia]], occupandola tutta, meno la cittadella a sud della città, che era difesa da una guarnigione comandata da Shams ad-Dawla, figlio di Yaghisiyan, fuggito nella notte del 3 giugno.