Pietro Pappacarbone: differenze tra le versioni
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Nacque da nobile famiglia [[longobarda]] di Salerno. Pietro, nipote del primo abate [[Alferio Pappacarbone|sant'Alferio]], dopo una permanenza a [[Abbazia di Cluny|Cluny]] e la rinuncia al vescovado di [[diocesi di Teggiano-Policastro|Policastro]], era abate di S. Arcangelo nel [[Cilento]] nel periodo tra l'agosto [[1067]] e il gennaio [[1072]], quando si andava affermando la congregazione cavense che riceveva in dono dal principe Gisulfo II altri monasteri. Richiamato a Cava in un periodo antecedente al mese di gennaio del [[1073]], Pietro venne nominato prima decano e poi, nel novembre [[1078]], abate della Santissima Trinità di Cava. Resse le sorti del monastero per ben 45 anni, modellando la congregazione cavense su quella di [[Congregazione cluniacense|Cluny]], pur senza dipendere minimamente da essa. Nel [[1092]] [[papa Urbano II]], di passaggio da [[Salerno]], fece visita all'abate Pietro che aveva conosciuto a Cluny, e consacrò la basilica.
Morì il [[4 marzo]] [[1123]] ed il suo corpo fu seppellito nella grotta Arsicia alla destra di sant'Alferio.
Nel [[1874]] una reliquia del Santo fu donata dalla Badia di Cava alla diocesi di [[Diocesi di Teggiano-Policastro|Policastro]]. La reliquia, conservata attualmente nella Cattedrale di santa Maria Assunta a [[Policastro Bussentino]] fu ricevuta dal vescovo di allora Mons. Giuseppe M. Cione, che tanto si era interessato per ottenerla.
== Bibliografia ==
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