Luigi Fornaciari: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Figlio di Angelo Fornaciari e di Rosaria Tognini, studiò [[grammatica]] e [[retorica]] nell'[[Università di Lucca]], allora conosciuta anche come "Istituto dei Pubblici Studi di San Frediano"
Tornato a Lucca nel [[1824]], fu incaricato dell'insegnamento di belle lettere e di greco, si sposò nel [[1825]] con Teresa Martinelli, dalla quale ebbe quattro figli, fu ammesso nel [[1826]] all'Accademia di Scienze Lettere ed Arti, divenendone segretario, pubblicò in quello stesso anno un commento delle odi di [[Pindaro]] e nel [[1829]] gli ''Esempi di bello scrivere in prosa'' seguiti l'anno dopo dagli ''Esempi di bello scrivere in poesia'', un'antologia in due volumi con i quali egli presentava agli studenti esempi letterari scelti secondo il suo gusto di [[purismo|purista]].
Nel [[1847]] consigliò il [[Duca]] [[Carlo Ludovico di Borbone]] di concedere lo [[Statuto]] ai Lucchesi, mostrando allo stesso tempo le ''piaghe dello Stato'': perciò perse onori e stipendi. Ma il [[Granduca]] [[Leopoldo II di Toscana]] lo risollevò, dandogli l'incarico di ''Procuratore generale''. Il Fornaciari entrò poi nella ''Corte Regia'' di Lucca, a capo del ''criminale''.
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