Architettura postmoderna: differenze tra le versioni

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L'architettura postmoderna non nasce in Italia, anche se aveva avuto alcune anticipazioni in G. Canella e M. Achilli nel [[Municipio]] di [[Segrate]] ([[1963]]), dove echeggia una certa rotondità ''romana'' e monumentale e in [[Paolo Portoghesi]] (Casa Baldi, 1960). Quest'ultimo riuscirà più di altri ad inquadrare le teorie postmoderne in Italia, lavorando parallelamente sia come progettista che come saggista. La sua posizione non è di rifiuto totale del Movimento Moderno, quanto delle sue posizioni più rigide, con un'attenzione costante alla rielaborazione della [[memoria]] storica, attraverso l'unione di elementi contrapposti classico e [[Razionalismo italiano|moderno]], interrelati con il luogo. In un suo saggio così si esprime: ”''L'architettura postmoderna propone la fine del [[proibizionismo]], l'opposizione al [[Funzionalismo (arte)|funzionalismo]], la riconsiderazione dell'architettura quale processo [[Estetica|estetico]], non esclusivamente utilitario; il ritorno all'[[Decorazione|ornamento]], l'affermarsi di un diffuso [[edonismo]]''”.
 
[[Immagine:Moschea - sala principale 3082-6.JPG|thumb|550px|La [[Moschea di Roma]] di [[Paolo Portoghesi]]]]
Nel [[1980]] [[Paolo Portoghesi|Portoghesi]], quale direttore del settore architettonico della [[Biennale di Venezia]], incaricò [[Aldo Rossi]] della realizzazione del "Teatro del Mondo", un'architettura effimera, un [[teatro]] itinerante, che come un'imbarcazione viaggiava per i canali di [[Venezia]] e la cui costruzione era colma di riferimenti storici. Sempre nello stesso anno organizzò all'[[Arsenale di Venezia]] la mostra di architettura "Presenza del passato", dove riunì i maggiori architetti post moderni mondiali del momento (come [[Robert Venturi]], [[Charles Willard Moore]], [[Hans Hollein]], [[Frank Gehry]], [[Ricardo Bofill]], [[Robert Stern]], [[Franco Purini]], [[Oswald Mathias Ungers]] e [[Paul Kleihues]]).