Adriano Prosperi: differenze tra le versioni

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Prosperi, che di Cantimori è stato allievo, ha sempre difeso con ostinazione l'antico maestro<ref>Cfr. A. Prosperi, [https://docs.google.com/file/d/0BxyCYHOrRpjvN3JtS0I2Z3ZiQ2c/edit Delio Cantimori maestro di tolleranza], "Il manifesto", 30 marzo 2005; D. Messina, [http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2005/04/32708497.pdf Prosperi, con gli scoop non si fa la storia]. "Corriere della sera", 3 aprile 2005; A. Prosperi, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/17/Cantimori_nazista_bolscevico_vero_fuori_co_9_050417029 Cantimori nazista e bolscevico: se è vero, fuori le prove], "Corriere della Sera", 17 aprile 2005</ref>, rigettando risolutamente il "[[nazionalbolscevismo]]" attribuitogli, accusando diversi studiosi (Eugenio Di Rienzo, [[Ernesto Galli della Loggia]], [[Giuseppe Bedeschi]], [[Pietro Citati]], [[Piero Craveri]]) di voler "crocifiggere in lui gli "errori" dell'Italia novecentesca, equamente divisi tra du Moloch, fascismo e comunismo" e farne "un capro espiatorio di tutti i mali del passato italiano". Prosperi, inoltre, ha insistito nel legare la "conversione democratica" di Cantimori alle ricerche intraprese sin dall'inizio degli anni Trenta sugli eretici italiani del Cinquecento, malgrado comunemente - anche da parte di studiosi come Roberto Pertici e Patricia Chiantera Stutte, che hanno criticato le interpretazioni di Di Rienzo, Simoncelli e D'Elia, - si pensi che l'abbandono dell'ideologia fascista da parte di Cantimori sia stato molto più tardivo<ref>Cfr. [https://docs.google.com/file/d/0BxyCYHOrRpjvaGVkSFpEUlhkeGM/edit A. Frangioni, Recensione di Nicola D’Elia, ''Delio Cantimori e la cultura politica tedesca (1927-1940)'', e di Paolo Simoncelli, ''Cantimori e il libro mai edito. Il movimento nazionalsocialista dal 1919 al 1933''], in "Ricerche di storia politica", XIII, 1, aprile 2010, pp. 77-79</ref>. Prosperi non ha risparmiato i toni contro i detrattori (dal suo punto di vista) del maestro, accusandoli di ripercorrere le vicende "con una curiosità spesso malignamente deformante e spesso paurosamente superficiale, pur nell'accumulo di inediti di ogni tipo", e tacciando in particolare [[Pietro Citati]] di "maramalda ferocia goliardica".
 
Quest'ultimo, studente della Normale dal 1947 al 1951, in un intervento su ''[[La Repubblica]]'' <ref> Cfr. P. Citati, [https://docs.google.com/file/d/0BxyCYHOrRpjvQ0JXYXJkTWdmUzA/edit Scuola storia di un disastro annunciato] [http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/repubblica-scuola-storia-di-un-disastro-annunciato.flc], "La Repubblica", 20 ottobre 2004.</ref>, aveva in effetti tracciato un irriverente ritratto di Cantimori che non poco aveva contribuito alle polemiche: "un erudito freddolosissimo, Delio Cantimori, nascosto nella sua camera-tana, dalla quale usciva soltanto avvolto in cappotti e coperte e sopraccappotti e sopracoperte: mi guardava con sopracciglia fosche e sospettosissime: in primo luogo perché ero un reazionario (votavo per Giuseppe Saragat) e poi perché non ero "un allievo diligente", visto che i suoi utopisti, prerivoluzionari, rivoluzionari e postrivoluzionari mi annoiavano indicibilmente (...) Il novanta per cento dei normalisti era stalinista: adoravano Cantimori perché era uno studioso serio (così si diceva allora, con una particolare genuflessione della voce): infatti, quand'era fascista aveva studiato ''seriamente'', dal 1930 al 1939, il nazionalsocialismo; e allora (passati pochissimi anni) studiava con la stessa serietà, e un'emozione che giungeva fino a rossori, tremori e lacrime da vergine, i saggi storici di Palmiro Togliatti".
 
Per la sua difesa polemica del maestro, Prosperi è stato accusato di "uso politico della storia" e di volere aprioristicamente "santificare" Cantimori come un "figurino liberal-democratico-progressista"<ref>Cfr. E. Di Rienzo, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/04/Caro_Prosperi_questo_vero_Cantimori_co_9_050404183.shtml Caro Prosperi, è questo il vero Cantimori], "Corriere della Sera", 4 aprile 2005; P. Simoncelli, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/09/sirene_totalitarie_che_ammaliarono_Cantimori_co_9_050409086.shtml Le sirene totalitarie che ammaliarono Cantimori], "Corriere della Sera", 9 aprile 2005</ref>. In particolare, il giornalista Dino Messina ha scritto sulle pagine del ''Corriere dell Sera'': "Quel che Prosperi vuol difendere è il metodo scientifico di uno studioso, uno dei maggiori del Novecento, «instancabile e attentissimo nell' analizzare i veleni ideologici diffusi nella pratica storiografica», e tanto onesto da essere capace di un' «impietosa autoanalisi» per denunciare i suoi stessi errori. Ma in tanta veemenza, ricerca della scienza e del vero metodo storico, Prosperi commette un errore che lui stesso definirebbe «ideologico». È quanto meno una gravissima imprecisione. Tra i nomi chiamati in causa, spicca quello di Galli della Loggia, che però non ha mai scritto un saggio su Delio Cantimori". Il filosofo Bedeschi ha dichiarato: "Prosperi confonde il piano scientifico con quello politico". Ed ancor più duro è stato lo storico Di Rienzo: "La verità è che Prosperi crea dei santuari della memoria: di alcuni si può dire tutto e di altri nulla (...) Il rapporto tra Cantimori e il fascismo è ancora poco indagato. Non è stata mai pubblicata, ad esempio, la voce "Onore" scritta per il ''Dizionario di politica'' del Partito nazionale fascista, in cui lo storico sottolineava la valorizzazione di questo sentimento nel nazismo, conformemente all' antico diritto germanico. Una delle leggi razziste di Norimberga si chiamava "legge per la difesa del sangue e dell' onore tedesco". Mi sembra una scoperta di un certo peso. Come mai [[Gioacchino Volpe]], che aveva criticato le leggi razziali, pagò con l' epurazione dall'insegnamento la sua adesione al fascismo, [[Giovanni Gentile]], che aveva impedito la pubblicazione di voci antisemite sull'[[Enciclopedia italiana]], fu addirittura ucciso, mentre Cantimori se la cavò senza una critica? Non vorrei pensare che in questo abbia pesato il suo avvicinamento al Pci. Cantimori non fu neppure sfiorato dai processi di epurazione così come non venne toccato [[Curzio Malaparte]], protetto personalmente da [[Palmiro Togliatti]] (...) Qui si vuol difendere un' egemonia culturale a ogni costo. Prosperi parla delle carte di Cantimori custodite alla Normale: perché alcuni ricercatori non riescono a consultarle? Ci arrivano soltanto gli studiosi ''embedded''"<ref>Cfr. D. Messina, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/marzo/31/Cantimori_ultimo_intoccabile_nome_dell_co_9_050331766.shtml «Cantimori, ultimo intoccabile. In nome dell' ortodossia»], "Corriere della Sera", 31 marzo 2005</ref>. Similmente a Di Rienzo si è espresso [[Paolo Simoncelli]]: "fino agli inizi degli anni Novanta Cantimori era considerato una specie di santo della cultura di sinistra, da proteggere in una nicchia. E lo stesso Prosperi, allievo di Cantimori, rivela che esiste ancora un nervo scoperto. Non è un segreto che a metà degli anni Settanta il ''Dizionario biografico degli italiani'' censurò la voce "Cantimori" scritta da Domenico Caccamo, che rivelava i trascorsi fascisti dello studioso, che non era soltanto un uomo del regime, ma un giovane intellettuale con forti simpatie per il nazionalsocialismo anticapitalista e uno dei pochi a partecipare all'avventura del [[nazionalbolscevismo]], su cui si sa ancora poco (...) Quando [[Renzo De Felice|De Felice]] finì il primo volume della sua monumentale monografia, ''Mussolini il rivoluzionario'', consegnò una copia del dattiloscritto al maestro Cantimori, che si emozionò tanto da riempire quelle pagine di note a margine ricche di testimonianze personali. Nessuno può accedere a quel dattiloscritto, perché la moglie di Cantimori pose un vincolo severissimo"<ref>Cfr. D. Messina, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/01/Cantimori_segreto_che_nessuno_puo_co_9_050401755.shtml Il Cantimori segreto che nessuno può leggere], "Corriere della Sera", 1° aprile 2005. </ref>.