Bonapartismo: differenze tra le versioni

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Nella storia politica francese, il termine '''Bonapartismo''' ha due significati. In senso stretto esso indica le persone che desideravano la restaurazione dell'[[Primo Impero francese|Impero francese]] sotto la guida della casata dei [[Bonaparte]], una famiglia della [[Corsica]] a cui era appartenuto il celebre imperatore [[Napoleone Bonaparte]] e suo nipote Luigi (poi [[Napoleone III di Francia]]). In senso lato il termine indica il movimento politico teso a rivalutare la forza ed il governo centralizzato basato su un supporto popolare ad un singolo uomo o ad un dittatore.
 
==Storia==
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Il Bonapartismo ebbe i propri seguaci dal [[1815]] in coloro che non accettarono mai la [[Battaglia di Waterloo|sconfitta di Waterloo]] né il [[Congresso di Vienna]]. La morte di Napoleone I in esilio a [[Sant'Elena]] nel [[1821]] trasferì l'eredità spirituale del suo potere al figlio, duca di Reichstadt (conosciuto dai bonapartisti come [[Napoleone II di Francia|Napoleone II]]) ed alla morte di questi ad altri membri della famiglia, sebbene le speranze di tornare in auge rimanessero per tutti limitate.
 
I moti politici del [[1848]] ridiedero ai bonapartisti questa opportunità. Il bonapartismo, come ideologia di una politica neutrale in Francia tra operai e contadini, portò ben prestò all'elezione di Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone I, come presidente della repubblica francese creatasi al crollo della monarchia di [[Luigi Filippo di Francia]], dando ai Bonaparte un nuovo slancio politico essenziale per il colpo di stato che nel [[1852]] lo portò a ricostituire il [[Secondo Impero francese]]. Luigi Napoleone assunse dunque il nome di Napoleone III assumendo Napoleone I quale fondatore della dinastia e Napoleone II come imperatore ''de facto'' dopo i [[Cento giorni]] del [[1815]].
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Nel [[1870]], l'assemblea nazionale forzò Napoleone III a dichiarare una guerra guidata dalla [[Francia]] contro la [[Prussia]] nella cosiddetta [[Guerra franco-prussiana]]. L'imperatore stesso dovette arrendersi ai tedeschi per evitare altri bagni di sangue come quello della [[Battaglia di Sedan]] e si recò in esilio dando alla Francia la possibilità di creare la Terza Repubblica. In periodo repubblicano i bonapartisti si trovarono ad essere in competizione con i realisti che intendevano riportate al trono gli uni Luigi Filippo d'Orleans (orleanisti) e gli altri i discendenti della casata dei Bobone di Francia (legittimisti). La forza di questi tre movimenti era indubbiamente più forte del sentimento repubblicano, ma la loro opposizione interna portò sovente ad un irriconciliabile scelta di non far più diventare la Francia una monarchia; il bonapartismo, pertanto, divenne più un'espressione di fede popolare che non un movimento politico vero e proprio, un ricordo romantico di un'epoca di ''grandeur''.
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Un colpo duro venne inferto dal bonapartismo alla morte di [[Eugène Bonaparte]], unico figlio di Napoleone III, deceduto nel regno [[Zulu]] nel [[1879]] dove si trovava a combattere come ufficiale dell'esercito inglese. Da quel momento in poi il bonapartismo cessò addirittura di essere una forza politica. Ancora oggi esistono gli ultimi discendenti di Napoleone e precisamente del fratello, [[Girolamo Bonaparte]], ma essi non rappresentano più una forza politica bensì un ramo di pretendenti ad un virtuale trono imperiale francese.
 
Il bonapartismo utilizzò come proprio simbolo sin dagli albori un'[[ape]] mellifora, simbolo dei [[Bonaparte]] ma anche del servizio, sacrificio e lealtà sociale.
 
Napoleone III stesso aveva fatto un sardonico commento a suo tempo sui membri del suo gabinetto di governo, rimarcando "L'imperatrice è una legittimista, il duca de Morny è un orleanista, il principe Napoleone è un repubblicano e io sono un socialista. Vi è un solo bonapartista, Persigny, ed è pazzo!".
 
==''Bonapartista'' come epiteto marxista==
[[Karl Marx]] fu tra le altre cose anche un profondo studioso del [[giacobinismo]] e della [[Rivoluzione francese]] così come della seconda repubblica francese e del secondo impero a lui contemporanei. Egli utilizzò il termine ''bonapartista'' per riferirsi alla situazione particolare nella quale i militari controrivoluzionari ottengono i loro poteri dai rivoluzionari, usando poi un radicalismo riformista sulle classi popolari. Nel processo, Marx capì anche che il ruolo del bonapartismo era stato quello di aver mascherato la classe dominante in quanto sia Napoleone I che Napoleone III erano stati espressione di un governo rivoluzionario che poi avevano utilizzato per il loro prestigio personale e per l'emergere delle loro figure. Marx offrì la sua definizione ed un'analisi del bonapartismo nel suo "[[Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte]]", composto nel [[1852]]. In questo documento egli pone la sua attenzione su quello che definisce come il fenomeno ripetitivo della storia dal quale trae la citazione "La storia si ripete, ora come tragedia, ora come farsa".
 
Il regime bonapartista per Marx sembra disporre di un grande potere, ma solo perché non ha una classe al proprio interno sufficientemente confidenziale o potente da stabilire fermamente la sua autorità e pertanto il leader del movimento prende il sopravvento grazie anche al proprio carisma.
 
Il termine in questo senso venne utilizzato anche da [[Leon Trotsky]] per indicare il regime di [[Joseph Stalin]], che Trotsky credeva fosse bilanciato tra il proletariato (vittorioso ma schiacciato dalla guerra) e la borghesia (distrutta ma continuamente pressante per riemergere). Ad ogni modo, il fallimento del regime stalinista cambiò l'analisi i questa teoria. Molti trotskisti rigettarono l'idea di affiancare lo stalinismo al bonapartismo ed altri si spinsero addirittura oltre come [[Tony Cliff]] che descrisse la Russia come uno stato capitalista completamente deformato dal socialismo. Negli ultimi anni della sua vita, ad ogni modo, Trotsky non si diede per vinto e continuò ad analizzare gli elementi che avevano permesso l'espansione dell'impero napoleonico tra i quali spiccava l'abolizione della servitù in [[Polonia]] che entrarono nel suo concetto di bonapartismo.
 
==Il bonapartismo nello spettro della politica francese==
Secondo il libro del 1954 ''Les Droites en France'' scritto dallo storico [[René Rémond]], il bonapartismo costituisce una delle tre politiche di destra della Francia: legittimisti (estrema destra), orleanisti (centro-destra), bonapartisti (centro). Sia il [[Boulangismo]] che il [[Gaullismo]] possono essere pertanto considerati una forma di bonapartismo.
 
Ad ogni modo, i bonapartisti hanno sempre dissentito con questa classificazione, in quanto una delle definizioni idelogiche del bonapartismo è proprio quella di tenersi al di fuori di una definizione "di destra" o "di sinistra", ma il solo obbiettivo del benessere della nazione e della sua unità. Martin S. Alexander, nel suo libro "French History since Napoleon" (London, Arnold, New York, Oxford University Press, 1999) annota che il bonapartismo è un'idea che non ebbe mai un forte impatto classificabile a destra o a sinistra. Attualmente la filosofia bonapartista si porrebbe tra le file del socialismo, ovvero nel Mouvement Démocrate, nel Nouveau Centre e nell'ala sinistra dei conservatori de l'[[Union pour un Mouvement Populaire]].
 
==Voci correlate==