Teofilo (monaco): differenze tra le versioni

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Nei [[manoscritto|manoscritti]] dell'opera che ci sono pervenuti è definito ''Theophilus presbyter''. Alcuni accenni nel testo fanno pensare a un monaco [[benedettino]]<ref>L'autore stesso si presenta come [[monachesimo|monaco]] che scrive per coloro che desiderano vincere la pigrizia con il lavoro, augurando loro come premio la ''celeste ricompensa''; qua e là si trovano interventi contro l'[[avarizia]] e la pigrizia, mentre altrove c'è un riferimento all'abito monacale nero.</ref>. Fu poco conosciuto dopo il [[Rinascimento]]; solo dopo il [[1774]], con la prima edizione a stampa da parte del [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]], si riaccese l'interesse per il trattato da lui composto: il ''liber de diversis artibus'' ("libro sulle varie arti"). Successive ristampe, culminate nell'[[edizione critica]] dell'Ilg ([[1874]]), mantennero costante l'interesse su questa raccolta, fondamentale per la storia delle tecniche artistiche del [[Medioevo]].
 
Nonostante l'apparizione, già dal [[1781]], delle prime traduzioni in lingue moderne, tale opera è stata tradotta e pubblicata integralmente in [[lingua italiana|italiano]] solo nel [[2000]]da Adriano Caffaro.
 
==Il ricettario ''De diversis artibus''==